Scuola: Aggiornamenti in progress – giovedì 27 marzo 2014

° Concorso a premi, di scrittura creativa: “Scendincampo, raccontare di sport”
E’ rivolto agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado statali
Ogni studente può partecipare con un solo racconto (max 10.000 battute, spazi inclusi) inedito che abbia per argomento un evento sportivo o una situazione connessa allo sport. Lo inoltrerà indicando all’esterno della busta un motto (che riporterà anche accanto al titolo del racconto); nella busta con il racconto andrà inserita un’altra busta sigillata contenente nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e scuola di appartenenza. Gli elaborati, in duplice copia, dovranno pervenire entro sabato 7 giugno 2014 al seguente indirizzo: Segreteria Concorso “Raccontare di sport” - c/o Liceo Leopardi – Majorana - Piazza Maestri del Lavoro, 2 - 33170 Pordenone.

° Occorre una messa a fuoco
Il presidente del Consiglio Episcopale Italiano, il Cardinale Bagnasco teme pericoli di indottrinamento culturale nella prassi educativa delle scuola statale. Non ci risultano.
La Scuola esautora le famiglie della funzione educativa? A scuola l’ideologia corrompe gli alunni? In apertura della seduta del Consiglio Episcopale Permanente CEI, lo scorso 24 marzo, il Cardinale ha detto, tra altro: “Affermeremo l'urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell'educare i figli; il grave dovere della società di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica. Essa è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offrendo un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall'ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo l'enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno grazie a questa peculiare presenza… È in questo orizzonte che riaffermiamo il primato della persona, e quindi la tutela che si deve ad ogni persona specialmente se in situazione di fragilità - contro ogni forma di discriminazione e violenza… La lettura ideologica del 'genere' è oggi "una vera dittatura", che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l'identità di uomo e donna come pure astrazioni… Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei 'campi di rieducazione', di 'indottrinamento'. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l'esplicita autorizzazione?... I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c'è autorità che tenga". (Fonte: Alessandro Giuliani – La tecnica della scuola - 24/03/2014).
Tra le ragioni di questa intemerata, sta il giudizio negativo del Cardinale su tre opuscoli dal titolo 'Educare alla diversità a scuola', fatti pervenire agli studenti delle scuole secondarie. A parte il fatto che non possiamo giudicare, non avendo letto i libretti, diciamo per esperienza che la maggior parte della mole di brevi pubblicazioni che piovono nelle scuole resta sui banchi o addirittura negli scatoloni senza che gli studenti se ne accorgano, perché questi contributi esterni poco o nulla aggiungono all'insegnamento autonomamente impartito.
E’ impensabile che la CEI disconosca la cura che noi lavoratori della Scuola abbiamo della persona dei nostri alunni, noi che – pur con le scarse risorse che la casta ci concede – rappresentiamo la prima linea dello Stato nell’accogliere e servire, senza discriminazione alcuna, la “persona” secondo l’accezione mounieriana: bambini, ragazzi, giovani, i disadattati, gli immigrati, gli alunni in condizione di handicap. Gli insegnanti abbiamo ben altre urgenze educative che quella di sottrarre ai genitori il compito educativo, e cerchiamo anzi collaborazione. In fede ! Dobbiamo purtroppo costatare che, malgrado la berlingueriana legge sulla parità scolastica, si va andanti all’interno di una un’aberrazione prospettica: - o l’Episcopato si offre cristianamente di contribuire a sostegno del servizio pubblico di istruzione e formazione procurando “l'enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno” (e Dio sa quanto la Scuola abbia bisogno di aiuto), - o l’Episcopato ritiene che la “persona” degli studenti vada difesa dalla scuola statale. Sinceramente, non pensiamo possibile che la CEI voglia suggerire alle famiglie che non possano fidarsi della scuola statale. Sarebbe assurdo. La CEI si prepara al pressing sulle autorità politiche per il contributo alle scuole cattoliche ? Non sarebbe un problema. E però ci preoccupa un possibile indiretto risvolto di questa dichiarazione: Non vorremmo che contribuisse a stoppare la ipotesi, ancora alborale, che redistribuirebbe i 13 anni dell’iter scolastico facendoli partire con l’ultimo anno della scuola dell’Infanzia (fissando l’inizio dell’obbligo scolastico ai 5 anni di età). Già Luigi Berlinguer, nel prospettare il suo riordino dei cicli, ebbe un inciampo in questa questione, perché la componente cattolica della maggioranza parlamentare che sosteneva il governo sostenne che le famiglie hanno il diritto-dovere di educare i fanciulli, senza interferenza dello Stato.

 

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