Scuola: Aggiornamenti in progress - martedì, 9 aprile 2013

° L’efficacia dei test preselettivi per il concorso a cattedre e per i TFA
Il TAR Lazio ha riconosciuto, a due candidate al corso TFA cl. A059 che non avevano superato la prova preselettiva, il diritto a proseguire nel percorso abilitante; le due ricorrenti erano state ammesse, in via cautelare con riserva, agli scritti, poi superati

“Nel settembre del 2012” - leggiamo su www.leggioggi.it/2013/04/02/tfa-e-concorso-scuola - 2 aprile 2013 - “le due concorrenti avevano di fatto impugnato il regolamento sulla formazione iniziale degli insegnanti, il decreto ministeriale n. 249 del 2010, e due altri provvedimenti ministeriali, quello dell’11 novembre 2011, che stabilisce l’obbligo ottenere il punteggio minimo di 21/30 nel test preliminare anche se i posti messi a concorso sono in numero superiore ai partecipanti, e l’altro del 14 marzo 2012, che non permette di iscriversi in soprannumero”. Adesso giunge perentoria, ovvia, lineare, la decisione dei magistrati amministrativi: superare la prova scritta, anche se successiva alla preselezione, rappresenta di per sé un giudizio idoneo ad assorbire il punteggio insufficiente ottenuto nei test della preselezione (del resto, in tal senso va la giurisprudenza del Consiglio di Stato, in materia di abilitazione per l’accesso a una professione priva di numero chiuso). Il buon senso ? Lo troviamo nei tribunali; al Ministero, soltanto trovate strane. “Clamoroso al Cibali !” Gridò Sandro Ciotti, incredulo: la Juventus era stata sconfitta a Catania; dinanzi alla sentenza n.2360/2013 del Tar Lazio, l’ ANIEF è tutt’altro che incredula, tanto è vero che ha patrocinato migliaia di ricorsi, in materia, di suoi iscritti che erano stati stoppati alle prove preselettive “strutturate” con cui il MIUR ha voluto assottigliare la valanga dei concorrenti, sia per il concorso a cattedra, sia per i corsi TFA ordinari. In entrambe le situazioni, l’ANIEF ha responsabilmente attivato il proprio ufficio legale, e inoltre si è spesa ripetutamente a spiegare – anche da questa rubrica di Aggiornamenti - come e perché i test preselettivi marca Profumo nulla hanno a che vedere con la funzione docente, e nessuna efficacia hanno nell’individuare i candidati migliori. Non comprendiamo come possa essere venuto in testa di preselezionare con prove di coerenza logica e di comprensione linguistica i laureati che concorrono per l’insegnamento: Per essi, le abilità logico-linguistiche sono competenze certificate in partenza, e che non possono essere accertate con giochetti. “Non si comprende come e perché un laureato non debba essere in grado di comprendere un testo – ha ammesso Maurizio Tiriticco - A meno che non si adottino quei disegnini che creano sempre mille difficoltà anche a un severo e preparatissimo professionista. Io non ne azzecco mai uno, quindi… se mi presentassi alla prima prova preselettiva, sarei rigorosamente bocciato!”. Per i candidati al concorso a cattedre, le “abilità logiche” sono una precondizione, come per i finalisti dei cento metri piani è una precondizione avere i piedi; non credo che il Ministro disporrebbe la selezione degli atleti, dalle batterie alla finale olimpica, osservando se hanno i piedi. I test di cui Profumo si è fatto vessillifero sono docimologicamente inadeguati a determinare chi siano gli insegnanti in possesso dei requisiti necessari per partecipare al concorso, e ciò è evidente anche per il fatto che candidati bocciati alla preselezione e ammessi con riserva alle prove successive figurano anche ai primissimi posti delle graduatorie, dopo la conclusione degli scritti e degli orali, cioè, dopo la valutazione delle conoscenze e competenze consentanee alla ratio del corso. Ciò dimostra che un passaggio selettivo cruciale non dovrebbe essere deciso con i test “a risposta chiusa”, in quanto non sono idonei a verificare competenze di livello tassonomico elevato, e in quanto in essi l’alea della casualità ha un’incidenza inaccettabile. Esistono prove a risposta “chiusa” che, per i candidati, sono di comprensione univoca, e di confezionamento più sicuro da parte dei valutatori; ma il MIUR si ostina a scegliere, per le preselezioni, i test a risposta multipla, non prendendo in considerazione altri tipi di prove “strutturate” che hanno i medesimi pregi ma non il difetto principale per cui il valutatore involontariamente e inavvertitamente formula le domande in modo equivoco. Si sa che “per un punto Martin perse la cappa” cardinalizia, e che la Sibilla indusse in equivoco il postulante con la frase: “Ibis, redibis non, morieris in bello”, che fu intesa con significato opposto: “Ibis, redibis, non morieris in bello”.C’è poi da considerare lo stress dei candidati che si giocano il lavoro nel breve tempo concesso per dare le risposte. Nei test, il Rate of speed è un fattore valutativo poiché condiziona l’esito della prova. Se il candidato ha a disposizione un tempo molto breve, ad esempio quello che si assegna ai ragazzi che aspirano ad essere ammessi ad una scuola militare, è segno che i quesiti proposti sono elementari (risolvibili nel tempo sufficiente a leggere la domanda e a mettere la crocetta, non essendo necessario ragionarci più di tanto) e quesiti di tal genere sono efficaci solo per livelli tassonomici basilari.

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