Scuola: Aggiornamenti in progress - mercoledì, 5 settembre 2012

° Sentire parole chiare.
Riportiamo passi di una dichiarazione dell’ex ministro (2006/2008) Giuseppe Fioroni, al Il Messaggero, e passi della precisazione di Profumo che spazza via l’allarmismo.

Tenere i precari delle GE sulla graticola è uno sport molto praticato, se è vero che su la Repubblica del primo settembre, e su il Manifesto del 2 settembre si leggeva, virgolettato, il timore del segretario Flc-Cgil Domenico Pantaleo: per il quale il «vero obiettivo del ministro Profumo è cancellare le graduatorie e con esse i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole. Il ministro considera il lavoro una merce che si utilizza quando serve e poi si può buttare nel cestino». Disconoscere i diritti dei precari iscritti nelle GAE ? Ci rifiutiamo di credere che la patria del diritto possa generare un ministro capace di tanto. E però questo ministro non ha mantenuto quanto aveva annunciato in materia di “organico della autonomia”, e quanto necessario per corrispondere alle necessità della Scuola (stabilità degli organici; continuità didattica), alle aspettative dei precari (le cattedre libere e disponibili sono numerose), e agli indirizzi normativi dettati da Bruxelles in materia di reiterazione dei contratti di lavoro a t.d. E’ inevitabile che questo autunno sia “caldo” sul fronte della Scuola. Lo preannunciano tutti i sindacati e già la Rete degli studenti organizza una manifestazione per il 12 ottobre “in difesa della Scuola pubblica e per il diritto al lavoro e i diritti nel lavoro".
Chiarimento: la precisazione di Profumo. «Nessuno ha mai detto di voler cancellare le attuali graduatorie ha precisato il ministro le attuali graduatorie, finché’ non saranno esaurite, resteranno. Si svuoteranno man mano. Ma non ci saranno nuove graduatorie derivanti dai concorsi che stiamo per bandire. Questi concorsi avranno un numero di vincitori pari al numero di posti messi a concorso… Evitando di creare nuove graduatorie ha spiegato Profumo si supera il problema dei precari a vita, che è una condizione ingiusta». (Fonte: l’Unità – 03/09/2012)
Chiarimento: Il punto di vista di Fioroni. «Profumo ha bandito un concorso avvalendosi della norma introdotta dal governo Prodi nel 2007, quando il Parlamento approvò la delega all’esecutivo per definire le modalità di nuovo reclutamento. Questo passo fondamentale non è stato fatto da Gelmini né da Profumo; siamo solo all’ultimo atto della vecchia metodologia».
Il Messaggero: Non crede che risolverà il problema dei docenti in attesa della cattedra? Fioroni: «L’attuale sistema di reclutamento prevede graduatorie permanenti. E’ precarizzante. Significa che fa salire un docente a 25 anni su un ascensore e lo porta a 50 senza che abbia la certezza del proprio lavoro. Nonostante, la scuola italiana deve dire grazie ai precari generati da questo sistema sadico, che sono riusciti comunque a educare milioni di ragazzi negli ultimi decenni».
Il Messaggero: Qual è, o qual era, la sua ricetta per uscire da questo ginepraio ? Fioroni: «Le graduatorie permanenti devono essere trasformate in graduatorie a esaurimento, come facemmo noi nel 2006. Vanno chiuse riconoscendo agli insegnanti il diritto di accedere al tempo indeterminato, frutto di anni di sacrificio e di impegno. Nel Quaderno bianco scritto con il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa noi varammo un piano triennale per 150mila assunzioni che avrebbe portato all’esaurimento delle graduatorie nel 2012-13; purtroppo il ministro Tremonti le bloccò a 75mila, i fondi per la scuola furono tagliati di 8 miliardi...».
Il Messaggero: Quindi che cosa bisognerebbe fare oggi ? Fioroni: «Chiudere definitivamente le graduatorie come nel 2006. Calcolare il numero dei precari. Stabilire la data entro la quale potranno vedere riconosciuti i loro diritti. E’ una vergogna che questi docenti che ogni mattina educano i nostri figli vengano equiparati a gente senza merito. Il precario non è un abusivo, né un furbo che ha rubato allo Stato, ma è la vittima di un sistema che lo ha sfruttato».
Il Messaggero: E il passo successivo? Fioroni: «Predisporre un nuovo regolamento per il reclutamento basato su principi che modifichino la formazione del docente. Oltre alla teoria, bisogna dare valenza al tirocinio pre-laurea e al praticantato post-laurea, quindi alla scuola vissuta, perché io posso essere bravissimo nelle mie conoscenze ma non bravo a insegnare. Mettere mano a questa forma di reclutamento è ben più di un concorso».
Il Messaggero: Ritiene troppo lungo l’iter per diventare insegnante? Fioroni: «Indubbiamente. Oggi funziona così: 3 anni per la laurea più altri 2 per la specialistica dopo aver superato un esame a numero chiuso, e ancora altri 2 di tirocinio formativo attivo sempre a numero chiuso. Quindi 7 anni per avere il titolo per partecipare al concorso: sono troppi. Bisognerebbe incorporare almeno la parte teorica del tirocinio nella laurea specialistica, così gli anni diventerebbero 3 più 2 più 1, 6 in tutto, con l’ultimo non più a numero chiuso. Poi la valutazione spetterebbe alle scuole». (Fonte: Il Messaggero – 03/09/2012)
 

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