Scuola: Aggiornamenti in progress - mercoledì, 27 giugno 2012

° Arriva il Decimo cavalleria
I lettori di questa rubrica avranno notato l’insistenza con la quale, fin dal 2009, abbiamo esposto, sulle prove Invalsi tre concetti: 1) altro è la valutazione di sistema, altro è (quanto a strumenti docimologici) la valutazione degli alunni; 2) la prova Invalsi per gli esami conclusivi del I ciclo va scorporata dalle competenze dell’Invalsi ferme restando le funzioni ai fini della comparazione, secondo la normativa UE, dei sistemi scolastici; 3) il C di C. è unico organo che ha titolo e competenza didattica a valutare gli alunni. Non più tardi dello scorso febbraio reagivamo così al dl n.5/2012.

“TITOLO II DISPOSIZIONI IN MATERIA DI SVILUPPO. CAPO I SEZIONE III (DISPOSIZIONI PER L'ISTRUZIONE).
Articolo 51. (Potenziamento del sistema nazionale di valutazione)...2. Le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d'istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti, di cui all'articolo 1, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n. 176. L’ANIEF HA AGITO PERCHÉ NON SI ARRIVASSE ALL’APPROVAZIONE DI QUESTO ARTICOLO… SAREBBE AGEVOLE AL COLLEGIO DOCENTI ESSERE CO-PROTAGONISTA, CON L’INVALSI, NELLA PREDISPOSIZIONE DELLA RILEVAZIONE NAZIONALE DEGLI APPRENDIMENTI DEGLI STUDENTI, OTTENENDO CHE I QUESITI PREDISPOSTI SIANO CONSENTANEI ALLA OFFERTA FORMATIVA EFFETTIVAMENTE EROGATA NELLA SINGOLA SCUOLA. LA NOSTRA PREOCCUPAZIONE E’ CHE SI STIA TACITAMENTE REALIZZANDO UNA COMMISTIONE TRA VALUTAZIONE DI SISTEMA E VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI, E SI STIA AUTORIZZANDO L’INTROMISSIONE DELL’INVALSI NELL’AUTONOMIA DOCIMOLOGICA DELLE SCUOLE. PER NON DIRE DEL DISCONOSCIMENTO ECONOMICO DELLIMPEGNO AGGIUNTIVO DEI DOCENTI DI SOMMINISTRAZIONE E CORREZIONE DELLE PROVE (QUESTA LEGGE DETERMINA CHE LA PARTECIPAZIONE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE SIA CONSIDERATA ATTIVITÀ VALUTATIVA ORDINARIA DEI CONSIGLI DI CLASSE). A PARTE QUESTO RISVOLTO ECONOMICO, RESTA SOPRATTUTTO LA QUESTIONE DI FONDO: A PARERE DELL’ANIEF, LA INTRODUZIONE DI PROVE AVULSE DALLA OFFERTA FORMATIVA EFFETTIVA DELLE SINGOLE SCUOLE, E (NELLA PROVA INVALSI ALL’ESAME DI STATO CONCLUSIVO DEL PRIMO CICLO) LA RIGIDITÀ DEI CRITERI DI VALUTAZIONE IMBRIGLIA I COMMISSARI D’ESAME E NE MORTIFICA IL RUOLO. TRASMETTENDO I DATI (CHE DOVREBBE AVERE FINALITÀ ESCLUSIVAMENTE STATISTICHE), I COMMISSARI D’ESAME IMMETTONO NEL SISTEMA INVALSI I VOTI ASSEGNATI NELLE DIVERSE PROVE, E NON HANNO LA POSSIBILITÀ DI ESPRIMERE UN VOTO FINALE CHE SI DISCOSTI DAL MERO COMPUTO ARITMETICO. LA VALUTAZIONE DELLA PROVA INVALSI DEI SINGOLI STUDENTI ANDREBBE, INVECE, CONTESTUALIZZATA CON L’ESITO DELLE ALTRE PROVE E CON GLI ESITI PREGRESSI DEGLI STUDENTI (E’ PROPRIO PER CIÒ CHE LE COMMISSIONI SONO INTERAMENTE FORMATE DAGLI INSEGNANTI INTERNI DELLA CLASSE). QUANTO ALLA VALUTAZIONE DI SISTEMA DELLE SCUOLE E DEI DOCENTI, I PARAMETRI VALUTATIVI (QUALI I LIVELLI ESSENZIALI, I PROCESSI ATTUATIVI E I RISULTATI CONSEGUITI) VANNO CONTESTUALIZZATI, COME VARIABILI DIPENDENTI, NELLE SITUAZIONI PECULIARI IN CUI LE SINGOLE SCUOLE OPERANO, E NELLA DISPONIBILITÀ DELLE RISORSE DI CUI FRUISCONO; ANCHE GL ISTRUMENTI VALUTATIVI SONO PECULIARI, DEL TUTTO DIFFERENTI DA QUELLI CHE SI ADOTTANO NELLA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI.
Rileviamo che cresce – Gutta cavat lapidem - il numero di coloro che, per ragioni diverse, criticano le prove, e Tuttoscuola ci fa intravedere che arrivano i nostri !
“La prova, così com’è, serve a valutare il sistema di istruzione, piuttosto che i singoli alunni: se ne fa un utilizzo improprio, anche se è la legge che lo prevede…: le prove Invalsi servono proprio a valutare il sistema di istruzione, ed è giusto che siano obbligatorie. Mentre non obbediscono, secondo noi, alla logica della valutazione didattica… Inoltre l’esito di questa prova è asimmetrico rispetto alle altre prove d’esame, risultando dall’applicazione di una griglia stabilita centralmente mentre gli altri voti sono assegnati dai docenti sulla base della loro valutazione didattica… Per l’AGe c’è altro: Per l'esame di terza media le prove non solo condizionano negativamente il voto finale, ma possono anche causare un danno economico alle famiglie: l’esito finale della terza media condiziona l’attribuzione di borse di studio e buoni Dote scuola, nonché agevolazioni per acquisto di libri o altro. È giusto che anche ciò venga pregiudicato dal risultato delle prove Invalsi? … Prove Invalsi sì, dunque, ma fuori dall’esame o, quanto meno, senza peso valutativo sugli alunni. Un aspetto mette in luce che la prova nazionale Invalsi è fuori contesto rispetto alla valutazione dell’esame di licenza: con essa i commissari d’esame vengono di fatto esautorati dal loro compito valutativo. Sulla correzione e sulla valutazione del voto della prova nazionale i docenti commissari non hanno alcun peso: eseguono, registrano e basta. Il loro, per la prova nazionale, è diventato un compito di tipo notarile che li esclude da qualsiasi valutazione di merito sulla prestazione dei loro alunni”. (Fonte: Tuttoscuola, n. 543, 25 giugno 2012)

° Numeri sconfortanti. Bisogna dare coraggio ai nostri figli
La dispersione scolastica nei numeri del Rapporto Isfol. Il sentimento dei ragazzi che abbandonano (e, probabilmente, dei loro genitori) è che la scuola serva a poco.

La ricerca è stata condotta su un campione di 14-17enni che avevano conseguito la sufficienza all'esame di licenza media; dei 1500 studenti intervistati, 576 erano dispersi, il 38,2% del campione. Dispersi soprattutto i maschi, 61,4%, contro il 38,6% delle ragazze. In generale è confermato il quadro per cui la dispersione sembra colpire le famiglie economicamente più deboli e meno scolarizzate. Il 52% dei dispersi dichiara di lavorare… Il 21,4% dei dispersi è stato bocciato alle medie … Su 179 bocciati alle medie, 124 hanno poi abbandonato…. l'abbandono si registra prevalentemente nei primi due anni della scuola superiore… Il 69% degli intervistati dichiara di aver abbandonato per scelta, mentre solo il 7% per necessità L'idea infatti è sempre più quella che studiare non serva per costruirsi il futuro.
(Fonte: Giovanni Bardi, ItaliaOggi, 19 giugno giugno)
 

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