Scuola: Aggiornamenti in progress - martedì 6 dicembre 2011

° Quali i tagli già programmati e certi, per il prossimo futuro della scuola
Dal succedersi, frenetico e forse senza sosta, delle manovre correttive di bilancio, la scuola ha ben poco da sperare. E d’altra parte, osservando il trend delle risorse impegnate negli anni, non risulta altro che una parabola discendente. Sarà questo governo in grado di parcere victis et debellare superbos ? Sarebbe il primo a farlo.

La legge di stabilità, approvata in extremis dal governo Berlusconi ha stabilito tagli per 1,07 miliardi, nel bilancio del MIUR per il 2012, rispetto all’assestamento per il 2011; in precedenza, sempre nel 2011 (e per non ricordare quale mazzata agli organici avevano inferto la finanziaria 2007 e l’art.64 della legge 133/2008), erano stati decisi tagli di risorse nei decreti n.70 (a maggio), n 98 (a luglio) e n.138/11 (ad agosto). La percentuale della spesa per l’istruzione, sul PIL, era al 4,8% nel 2008; è scesa al 4,2% nel 2010 e potrebbe scendere al 3,7% del 2015. Questo minimo storico sarebbe la conseguenza delle ulteriori e più recenti norme:
- soppressione di posti nell’organico docente, superiore a quegli 87.000 posti necessari per aumentare da 8,9 a 9,9 il rapporto studenti docenti; - aggregazione della scuola di base in istituti comprensivi; - obbligo di assegnare a reggenza le scuole autonome con meno di un certo numero di studenti; - obbligo di ridurre il numero di casi in cui è previsto il semiesonero o l’esonero dall’insegnamento del docente collaboratore del Dirigente; provvedimento di passaggio di ruolo per il personale docente inidoneo; spostamento (previo corso di formazione) di parte degli insegnanti in esubero (10.000 unità), a copertura dell’esigenze del Sostegno
(Fonte: Osvaldo Roman, www.scuolaoggi.org – 18.11.2011)
In uno studio ponderoso e documentatissimo, realizzato da Tuttoscuola, si evidenzia come, a parte il risparmio (quasi 200 milioni ogni anno) per l’erario, conseguente alla riduzione del personale, sopprimendo oltre tremila presidenze, e oltre mille segreterie (compresi i dsga e parte degli assistenti amministrativi), si otterrà un risparmio sulle spese di funzionamento a carico delle amministrazioni comunali (spesa per i locali, per le manutenzioni e arredi, per le bollette e utenze).

° La disoccupazione in Italia
A fine novembre, si è tenuto a Palermo, il seminario “Dopo il Rapporto SVIMEZ 2011: riflessioni su emergenze e potenzialità per la ripresa del Mezzogiorno”. Alcuni dati.

325mila “disoccupati nascosti” e una donna lavoratrice su 5. I disoccupati, prevalentemente giovani. Il tasso di occupazione, nel 2010, dei giovani in età tra i 15 e i 34 anni è sceso, nel Mezzogiorno, al 39,9%, contro una media nazionale del 52%). Nel 2050 la popolazione under 29 sarà, su base nazionale, diminuita di oltre mezzo milione di di persone, rispetto ad oggi.
(Fonte: La Letterina n. 300 – ASASi - 24 – 11 – 2011)

° 45° Rapporto annuale Censis sulla situazione sociale dell’Italia nel 2010.
Riportiamo alcuni dati che anticipano quelli del Rapporto UE sugli obiettivi di Lisbona
Abbandoni scolastici. Oltre 800mila giovani della fascia 18-24 anni, il 18,8% di quelli in possesso della licenza media non ha effettuato studi successivi; la media europea è in atto al 14,4% e l’obiettivo posto dalla UE, da raggiungersi nel 2010, è al 10%. Il 25% degli studenti delle scuole secondarie di II grado abbandona senza conseguire il diploma. Le regioni meridionali e isole maggiori hanno il tasso di abbandono più elevato.
Tasso di occupazione dei laureati. In Italia, solo il 76,6% dei laureati ha trovato lavoro; si tratta della più bassa media, tra quella nei Paesi della Ue, nella quale la media è dell'82,3%. La metà dei laureati che hanno un’occupazione sono sotto inquadrati, per quanto al contratto
Istruzione tecnica. In Italia ha tratto vantaggio dalla Riforma della scuola secondaria di II grado, con un lieve incremento di iscrizioni (a danno della formazione professionale che registra un calo superiore al 3%, quanto a nuove iscrizioni; né sembrano riscuotere l’interesse dei nuovi iscritti i percorsi triennali di IeFp (Istruzione e Formazione professionale).
(Fonte: TuttoscuolaNEWS n. 514 – 2 dicembre 2011)

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