Scuola: Aggiornamenti in progress - giovedì 20 ottobre 2011

° Valutazione periodica degli apprendimenti. A.s. 2011/12
La C.M n.94 del 18 ottobre 2011 fornisce indicazioni circa la tipologia, materia per materia, delle prove di valutazione scolastica da adottarsi nelle classi del primo biennio dei percorsi di istruzione superiore di secondo grado, poiché in queste classi sono in atto operativi i nuovi ordinamenti varati con la Riforma Gelmini.

Il quadro delle indicazioni viene fornito in attesa di modificare/integrare il D.P.R. 122/2009, e anche alla luce delle Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento dei percorsi liceali e delle distinte Linee guida per gli istituti tecnici e per gli istituti professionali.
In appositi quadri di sintesi allegati, la Circolare reca le tipologie delle prove di valutazione e le corrispondenti modalità di espressione del voto in sede di scrutini intermedi, relative a ciascun insegnamento dei primi due anni dei percorsi di istruzione secondaria di II grado; altresì richiama il quadro di riferimento proprio dei vecchi ordinamenti, tuttora applicabile alle classi terze, quarte e quinte di tutti gli indirizzi di studio. Di seguito, alcuni passi della circolare. “Poiché la valutazione degli alunni è espressione dell’autonomia professionale propria della funzione docente, i Collegi dei docenti potranno individuare e adottare, nella loro autonomia e nell’ambito delle prove previste per ciascun insegnamento (scritte, orali, pratiche e grafiche), modalità e forme di verifica che ritengano funzionali all’accertamento dei risultati di apprendimento, declinati in competenze, conoscenze e abilità, di cui ai Regolamenti di riordino e al D.M. 139/2007 relativo all’obbligo d’istruzione. Ciò significa che, anche nel caso di insegnamenti ad una prova, il voto potrà essere espressione di una sintesi valutativa frutto di diverse forme di verifica: scritte, strutturate e non strutturate, grafiche, multimediali, laboratoriali, orali, documentali, ecc…. Nel caso in cui le istituzioni scolastiche utilizzino le quote di autonomia previste dai regolamenti di riordino dei licei (art. 10, comma 1, lett. c) D.P.R. 89/10), dei tecnici (art. 5, comma 3, lett. a) D.P.R. 88/10) e dei professionali (art. 5, comma 3, lett. a) D.P.R. 87/10) per introdurre nuove discipline curricolari, le relative modalità di valutazione e di espressione del voto in sede di scrutinio intermedio sono demandate alle singole istituzioni scolastiche. Limitatamente ai licei, in caso di potenziamento degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti ai sensi dell’art. 10, comma 3, D.P.R. 89/10, il voto va espresso con le stesse modalità previste per l’insegnamento obbligatorio. Le istituzioni scolastiche avranno cura di esplicitare, nei rispettivi piani dell’offerta formativa, le tipologie delle verifiche adottate, al fine di rendere l’intero processo valutativo trasparente e coerente con gli specifici obiettivi di apprendimento….” Il Direttore Generale f.to Carmela Palumbo

° La prova preselettiva del concorso a d.s. Il Formez già in grado di fornire l’esito
All'indirizzo http://riqualificazione.formez.it – l’Istituto sta pubblicando gli elenchi degli idonei della prova preselettiva del concorso, ammessi alle prove scritte. La previsione è che meno di diecimila candidati avranno conseguito il punteggio minimo per il superamento della prova (80/100).

Da fonti autorevoli s’è messo in evidenza, polemicamente, che i quesiti proposti avevano poco a che vedere con le conoscenze e competenze necessarie al buon dirigente scolastico. Non ci sembra, però, ne, ma tutto ciò non viene fuori dai test” (CIDI). D’accordo, ma è evidente che tali conoscenze e competenze non potevano emergere dalla prova preselettiva (che ha necessariamente forma “strutturata”), e potranno emergere nelle prove concorsuali successive e nel corso di formazione. La qualità dei quesiti sorteggiati e proposti il giorno 12 ottobre, noi l’abbiamo valutata con riferimento a tre criteri di portata più ragionevole; i seguenti.
1- Se e in qual misura l’argomento del quesito rientra tra quelli previsti nel bando di concorso. Giudizio di buono, se vi rientra pienamente. Giudizio di accettabile, se vi rientra marginalmente o in modo indiretto (perché in sede d’esame, il candidato che si muove agevolmente anche sugli argomenti borderline dimostra pur qualcosa in più degli altri; è necessario, tuttavia, che detti quesiti marginali siano presenti in piccolo numero, perché questa prova preselettiva, in quanto la si supera con non meno di 80 risposte giuste su 100, produrrà una fortissima selezione, e se non è bene centrata sul programma può causare la malaugurata esclusione dei candidati più diligenti). Giudizio negativo, se il quesito si trova lì perché il valutatore che lo ha formulato l’ha voluto ricavare dalle pieghe più minuziose di una nozione; e, peggio, se il valutatore l’ha formulato senza accertarsi se attinente alle tematiche del bando.
2- Se i singoli quesiti presentano un grado di difficoltà adeguato per produrre una selezione. Nella fase di analisi degli item, le domande che non producono selezione vanno tagliate, prima della somministrazione del test. Qual efficacia selettiva può avere, in un gruppo di atleti adolescenti, l’asticella del salto in alto posta a cm. 20 ? Nessuna. E se fosse posta a cm. 200 ? Nessuna. Fuori metafora: i quesiti astrusi, focalizzati su aspetti inessenziali la conoscenza dei quali è poco accessibile, non sono efficaci per selezionare, al pari dei quesiti che fanno riferimento a esperienze comuni ai candidati (tutti con almeno 5 anni di servizio a scuola), o di quelli alla cui soluzione si arriva per semplice inferenza, o per l’etimologia di parole presenti nella domanda, senza necessità di studiare l’argomento dal quale la domanda è stata ricavata.
3- Se il quesito è formulato secondo corretti canoni docimologici. Il docimologo sa che non sempre il quesito, quale è formulato, dice al candidato ciò che il valutatore pensa di chiedere. Accade che, in classe, gli alunni sottoposti a prove oggettive si interrompano per chiedere chiarimenti, dai quali ci si accorge: - di averli, inopinatamente, indotti in equivoco; - o di un refuso nel testo delle domande; - o che la domanda dà per certo ciò che è opinabile e frutto di preconcetto (durante una prova selettiva per l’accesso alle SSIS, alcuni anni fa, un quesito di geografia politica era accompagnato da 4 risposte che potevano tutte essere assunte come vere, a seconda della prospettiva ideologica adottata); - o di aver formulato in modo astruso e prolisso un quesito che si sarebbe potuto formulare in modo diretto, tale da ottimizzare il tempo assegnato per la prova; - o di aver proposto risposte fuorvianti, troppo simili a quella corretta, tali che l’alunno perde tempo. Nei test preparati dal docimologo esperto, questi errori non ci sono, perché li elimina mediante procedure standard, in fase preparatoria e col pretest.

Tra i quesiti proposti lo scorso 12 Ottobre, invece, ci sono manchevolezza riferibili a questo terzo criterio (disomogeneità nell’uso dei “distruttori”, refusi grafici, disomogeneità nella lunghezza delle domande o delle risposte ecc…), e la cosa desta perplessità e dubbia sulla procedura seguita nella preparazione del test.
 

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