Scuola: Aggiornamenti in progress - giovedì 15 settembre 2011

° L’avvio dell’a.s. avviene tra le polemiche e le contestazioni mosse dagli insegnanti e dagli studenti, e l’Ufficio Stampa del MIUR risponde con i suoi dati.
Riportiamo anche alcuni dei dati forniti da Tuttoscuola, sulla ristrutturazione della rete scolastica e sul ridimensionamento delle istituzioni scolastiche

Nel sito del Miur campeggia il comunicato che rassicura i promotori di appello giovani.it : una frazione politica interna che, con un appello on line firmato da quasi 15mila persone, aveva rappresentato al Ministro Gelmini preoccupazioni in ordine all’attivazione dei corsi TFA monuannuali, di abilitazione all’insegnamento nella Scuola secondaria: la soluzione è consistita nell’aggiungere 3mila nuovi posti per il TFA 2011/12 (il totale è di 13.285 posti nei corsi abilitanti che gli atenei metteranno a concorso, il prossimo 7 ottobre). Nel medesimo sito istituzionale si legge un dato previsionale e una precisazione che dovrebbe tranquillizzare i promotori di appello giovani.it: “Ogni anno dovrebbero andare in pensione 25mila insegnanti ma solo il 50% sarà sostituito con insegnanti abilitati iscritti nelle graduatorie a esaurimento. L’altro 50% sarà messo a concorso “attraverso una nuova disciplina per il reclutamento che sarà oggetto di un prossimo intervento”. Diamo conto, infine, di una nota del 13 settembre, con cui il Miur riporta dati del rapporto Ocse sull'istruzione in Italia: “I dati Ocse dimostrano che gli studenti italiani vivono in classi relativamente poco numerose, con un insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5)… Gli studenti dell'area Ocse tra i 7 e i 14 anni hanno una media di tempi d'istruzione di 6.732 ore, mentre la media italiana è di 8.316 ore. A questo dato, si collega il tema dello stipendio inferiore alla media dei docenti italiani. Gli insegnanti italiani infatti sono numerosi, per fare fronte all'elevato numero di ore di insegnamento; questa è una delle cause della loro retribuzione non alta.” Cosi è…, se vi pare. Tuttavia, il dato incontrovertibile sulla spesa per la Scuola in Italia evidenzia una contrazione (quella prodotta dalla manovra finanziaria triennale 2008/2001), alla quale si aggiungeranno quegli ulteriori risparmi (circa 200 milioni di euro all’anno che, per una volta, non provengono da contrazione dei ruoli degli insegnanti) che il Governo ha programmato nel Comparto Scuola mediante l’art. 19, commi 4 e 5 del Decreto-Legge 6 luglio 2011, n.98 (convertito nella legge 15 luglio 2011, n. 111). L’attuazione delle due norme, che ridisegnano la rete scolastica prevalentemente del 1° ciclo (5600 scuole verranno accorpate, con perdita di circa 1100 unità), è di competenza regionale: degli assessorati all’Istruzione, con il coinvolgimento dei comuni, degli uffici periferici del MIUR e delle istituzioni scolastiche. Pertanto, ha tempi lunghi (almeno 6 mesi, secondo Tuttoscuola), e dovrà concludersi entro il marzo 2012, quando il Miur dovrà quantificare i nuovi organici. Produrrà risparmi con l’a.s. 2012/13. Il comma 4 dice: “Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’a.s. 2011 – 2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti comprensivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche”. Il comma 5 dice: “Alle istituzioni scolastiche autonome costituite con numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, in aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati d.s. con incarico a t.i.…” Tuttoscuola calcola che, in esito all’operazione, il numero totale delle scuole sarà di circa 9420 (erano 10550), dirette da circa 7370 dd.ss. (alcuni di essi avranno in reggenza le circa 2050 scuole sottodimensionate). Il taglio all’organico dei dd.ss. sarà di 3180 posti, quello all’organico dei direttori amministrativi sarà di 1.130 posti, e quello all’organico degli assistenti amministrativi sarà di 1.100 posti. Nelle 5.700 istituzioni scolastiche coinvolte nella ristrutturazione decadranno un certo numero di consigli di istituto (Tuttoscuola calcola l’11% di cessazioni, per circa 53mila consiglieri), e decadranno dalla funzione le Rsu (si dovranno rieleggere circa 14mila rappresentanti). Si dovrà effettuare il passaggio, alle nuove scuole, delle dotazioni e dei beni (valore circa 150 milioni) già in carico alle scuole soppresse. I Collegi docenti e i Consigli di istituto riprogetteranno l’offerta formativa e la gestione finanziaria. Si dovrà accuratamete informare l’utenza circa il nuovo assetto della rete scolastica, per facilitare le iscrizioni (gennaio 2012): infatti, centinaia di migliaia di famiglie dovranno rapportarsi a nuovi d.s. e dsga.

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