La nomina del ministro Profumo potrebbe cambiare la brutta aria che tira sulla scuola e sullo sviluppo del Paese a condizione che valorizzi e sproni il contributo degli educatori e dei ricercatori senza i quali il nostro sistema sociale va verso il collasso.

Per il presidente dell’Anief, prof. M. Pacifico, pochi ma mirati interventi potrebbero convincere la categoria che insiste nel comparto della conoscenza ad agire in sinergia con il Governo. Si tratta, per lo più, di interventi abrogatori della normativa introdotta durante la XVI legislatura. Al netto di un investimento di 1 punto percentuale in più di P.I.L. per l’intero comparto della scuola, dell’università e della ricerca, bisogna con urgenza:

- ripristinare la figura del ricercatore, messa ad esaurimento;

- sbloccare i concorsi per l’accesso alla docenza universitaria con una chiara tabella di valutazione dei titoli,

- consentire la frequenza del dottorato di ricerca ai dipendenti pubblici, valorizzandone il titolo nell’accesso alle procedure concorsuali direttive;

- espungere dal settore della scuola (che ha una legislazione specifica) il ricorso alla cassa integrazione e al conseguente licenziamento;

- garantire il recupero dell’anzianità contributiva bloccata e dichiarata irrecuperabile per il quadriennio 2010-2014, nel caso di reperimento futuro delle risorse, ripristinando i precedenti gradoni per i neo-assunti;

- promuovere la mobilità territoriale del personale di ruolo, abolendo il blocco quinquennale;

- stabilizzare i precari su tutti i posti vacanti e disponibili, riconoscendone gli scatti di anzianità maturati,

- ottemperare alle sentenze della magistratura;

- avviare i corsi bloccati del TFA per il conseguimento dell’abilitazione, consentendo l’iscrizione al personale in servizio per l’eventuale riconversione professionale;

- garantire l’accesso alla professione (GaE) degli insegnanti abilitati a svolgere questo mestiere;

- ripristinare la democratica scelta dei rappresentanti sindacali congelata per più di un triennio.

Sono pochi punti ma rispondono a quelle linee di intervento proprio oggi annunciate al Senato dal nuovo presidente del Consiglio, prof. Mario Monti, per ristabilire l’orgoglio per i nostri talenti, l’attenzione alla mobilità sociale e geografica, il perseguimento di più alti livelli di istruzione. Per raggiungere questi obiettivi, l’Anief è pronta a collaborare con il nuovo ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a cui va un augurio sincero di buon lavoro per l’interesse dell’Italia.

 Ufficio Scolastico Territoriale di Palermo 

Prot. n. 6330/5 Palermo, 29/9/2011 

Ai Dirigenti Scolastici di Palermo e Provincia 




Oggetto: Graduatorie d'istituto del personale docente ed educativo. 



Facendo seguito alla comunicazione inviata da quest'ufficio in data 28/9/2011 con prot. n. 6330/4, si comunica quanto segue: 

Le scuole che hanno ricevuto richieste d'inserimento di sedi con allegato modello "B", già trasmesso on line nei termini stabiliti, da docenti che non risultano inseriti nelle graduatorie d'istituto di I° fascia, dovranno verificare, seguendo il percorso di seguito specificato, che al nominativo del docente non siano stati attribuiti due codici identificativi. 

Percorso da seguire: 

- RECLUTAMENTO 

- GRADUATORIA D'ISTITUTO 

- GRADUATORIA D'ISTITUTO PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO 

- INTERROGAZIONE IN AMBITO NAZIONALE 

- RICERCA SOLO CON IL CODICE FISCALE 

Nel caso in cui risultano due numeri identificativi riferiti allo stesso docente, bisognerà  controllare quale dei due numeri quello della graduatoria ad esaurimento e sullo stesso caricare le sedi. Subito dopo si dovrà  cancellare l'altra posizione. 

Le operazioni dovranno essere concluse improrogabilmente alle ore 14,00 del giorno 30/9/2011. 

Con nota successiva sarà  comunicata la data di ripubblicazione delle graduatorie d'istituto di I° fascia. 

Si ringrazia per la collaborazione 
 

Il Direttore Coordinatore 


Maria Padalino 

 

Ridotti 56.990 posti di ruolo e 15.082 posti affidati annualmente in supplenza, nel triennio scolastico 2008-2011 in cui il ministro Gelmini ha retto il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: nel silenzio di quei sindacati che oggi protestano, aumentato in dieci anni anche il tasso di precarietà nella scuola.

Nel 2000/2001, quando le graduatorie ex-permanenti erano esaurite, nell’anno del concorsone a cattedra, del primo ciclo SSIS, dei tre corsi riservati, il tasso di precarietà nella scuola era fermo al 14,4% dell’intero personale: dopo dieci anni, al netto di pensionamenti e piani di assunzione, il tasso di precarietà nel 2010/2011 è salito al 14,9%, persino con un + 0,2 rispetto all’a. s. 2009/2010.

Invece di investire, aumentare per il settore istruzione di un punto percentuale le risorse del PIL adeguando l’Italia alla UE, il ministro Gelmini ha operato nel suo dicastero la più grande riduzione di personale effettuata mai in Italia in un comparto pubblico o privato, grazie ai pensionamenti, alla riconversione dei perdenti cattedra, al parziale blocco del turn-over. E se è vero che ancora l’Italia ha un rapporto alto tra docenti e alunni per classe rispetto alla Germania, cionondimeno è innegabile che se togliessimo dal novero della statistica i 94.000 docenti di sostegno e 26.000 docenti di religione, il nostro rapporto si capovolgerebbe divenendo uno tra i più bassi della UE. Eppure il Miur ha tagliato, lasciando la precarietà come un male endemico del nostro sistema nazionale di istruzione, coperto dalla recente normativa introdotta dal Governo in violazione della direttiva 1999/70/CE sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato.

Forse sono stati questi duri numeri a convincere, finalmente, il ministro Gelmini a chiedere nei giorni scorsi al Ministro Tremonti di fermare nuove ipotesi di tagli alla scuola. Ma l’annuncio è arrivato troppo tardi, a cose fatte, e il bilancio della gestione del suo ministero sarà valutato come il peggiore della Repubblica, non soltanto per i 56.990 tagli avvenuti, ma anche per il blocco quadriennale dei contratti nel pubblico impiego e della progressione di carriera, la cancellazione della figura del ricercatore universitario, la soccombenza nei tribunali sulla valutazione, sulla mobilità e sulla stabilizzazione del personale precario.

Nel frattempo, ancora una volta 45.000 posti vacanti e disponibili, tra personale docente e ata, sono stati affidati in supplenza annuale in disprezzo della normativa comunitaria, al netto delle ultime 65.000 immissioni effettuate, con l’accordo dei sindacati, in cambio della limitazione del diritto dei neo-immessi in ruolo a percepire prima del 2014 lo stipendio secondo gli anni di pre-ruolo maturati.

L’Anief continuerà a denunciare le improvvide scelta della politica e a richiedere un nuovo ministro che volti completamente la nera pagina scritta per la scuola e l’università nell’ultimo decennio: a partire dalla lotta alla precarietà dei rapporti di lavoro.

In attesa della nuova campagna per la scelta dei rappresentati sindacali con le elezioni RSU della primavera prossima, continueremo con la campagna dei ricorsi per il riconoscimento della professionalità del corpo docente e ata della scuola.

La sintesi del rapporto pubblicato nel sito del Miur

 

Si è tenuto lunedì 2 maggio presso il MIUR l'incontro tra una delegazione dell’ANIEF (rappresentata dai proff. Matteo De Angelis, Orazio de Giulii e Marco Giordano) ed i Dirigenti del MIUR dott. Giampaolo Pilo e dott.ssa Biancamaria Artigliere Ianniciello (Direzione generale per il personale scolastico) in merito all’informativa sul decreto di aggiornamento delle GaE di imminente pubblicazione e al contenzioso seriale avverso il precedente D.M. 42/2009.

I rappresentanti ministeriali, nell’illustrare i contenuti del provvedimento – tra tutti, il ripristino del diritto al trasferimento di provincia a pettine, richiesto con forza negli ultimi anni da ANIEF – hanno ribadito che non verranno consentiti nuovi inserimenti nelle GaE di docenti abilitandi e abilitati e hanno altresì confermato che ulteriori novità sono attese con l’emanazione del Decreto Legge sul Piano di Sviluppo, al vaglio del Parlamento: tra queste, l’impossibilità di chiedere il trasferimento per 5 anni dopo l’immissione in ruolo ed il passaggio da biennale a triennale della validità delle prossime graduatorie. Confermata, inoltre, l’intenzione del MIUR di concedere 20 giorni di tempo (e non più trenta, come in passato) dalla pubblicazione del DM per la presentazione delle domande di aggiornamento.

ANIEF, nel riservarsi di esprimere un giudizio definitivo soltanto dopo la pubblicazione rispettivamente di ciascun provvedimento (DM e DL), ha espresso la propria soddisfazione per l’avvio delle procedure di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente, con possibilità di trasferimento a pettine, e per la decisione di dar seguito alle disposizioni del commissario ad acta incaricato dal TAR Lazio per l’esecuzione delle ordinanze cautelari relative ai ricorsi pettine.

Si è, comunque, sottolineato come proprio in merito al contenzioso seriale per il pettine rimangano ad oggi ancora da definire alcuni aspetti cruciali come la necessità di procedere all’inserimento dei ricorrenti dei ruoli privi di commissariamento e quella di stabilire le necessarie determinazioni con cui l’Amministrazione dovrà provvedere al conferimento dei contratti a tempo determinato ed indeterminato ed ai relativi risarcimenti dei danni in favore dei ricorrenti aventi titolo.

In proposito, ANIEF ha prospettato l’opportunità della costituzione di un tavolo tecnico al fine di poter individuare tutti gli aventi titolo e garantire loro quanto spettante. ANIEF, nel sottolineare l’urgenza di una rapida soluzione di tali nodi ad oggi irrisolti, ha altresì ribadito come, a proprio giudizio, non possa essere reputata praticabile l’ipotesi - ventilata nei giorni scorsi – che l’Amministrazione richieda al TAR la revoca dei provvedimenti commissariali, in quanto questa strada è già stata tentata dal MIUR in passato e dichiarata inammissibile dai giudici amministrativi. Allo stesso modo, è stato evidenziato come qualsiasi ulteriore attendismo in vista dei prossimi giudizi di merito sia del tutto fuori luogo alla luce della sentenza n. 41/2011 della Corte costituzionale, come dimostrato dal recente pronunciamento definitivo in sede di appello del Consiglio di Stato sul ricorso trasferimento del 2007 in cui i giudici di Palazzo Spada hanno preso atto del parere ultimativo sulla questione espresso dal Giudice delle leggi.

L’incontro, inoltre, ha dato modo ad ANIEF di porre numerosi quesiti in ordine ad alcune possibili criticità che potrebbero verificarsi, in occasione del prossimo aggiornamento, nella gestione del punteggio spettante ai beneficiari del c.d. “Salva-precari” o di coloro che, pur non rientrandovi, hanno prestato servizio nei progetti realizzati in convenzione tra il MIUR e le regioni: per questi ultimi, il MIUR ha garantito che sarà loro consentito di poter chiedere la valutazione del servizio per il periodo di servizio effettivamente svolto.

Riguardo alle problematiche derivanti dal riordino delle classi di concorso che ha comportato la creazione di discipline definite “atipiche”, sono stati chiesti ulteriori chiarimenti in merito alla creazione delle cattedre definite “interne” da utilizzare per i docenti di ruolo perdenti posto. Inoltre, sono state evidenziate criticità sulle modalità di convocazione dei docenti inseriti in graduatorie con discipline “confluenti”, in molte situazioni, purtroppo, abbiamo dovuto riscontrare diversi casi di dubbia interpretazione anche da parte dei dirigenti durante le fasi di assegnazione dei contratti. Si è, infine, sottolineata la necessità di rispettare le pronunce della magistratura in merito alle parti della tabella di valutazione prospettata, nonché di consentire l’inserimento dei docenti specializzandi, di tutti coloro che hanno conseguito un’abilitazione, e degli iscritti in Scienze della Formazione Primaria e AFAM.

Su tutti questi aspetti problematici, ANIEF ha depositato una memoria che consentirà all’Amministrazione di poterne valutare la portata e predisporre le eventuali soluzioni, insieme a un documento che richiede l’inserimento nelle GaE dei docenti abilitandi e abilitati immatricolati dal 2007 al 2010 ai corsi autorizzati dal M.I.U.R. o in uno degli stati dell’Unione Europea, in attuazione degli articoli 3, 33 e 35 della Costituzione e del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 206.

L’Anief attenderà nei prossimi giorni la risposta del Miur in ordine ai quesiti posti, riservandosi, in caso negativo, di dare ulteriori precise istruzioni ai vecchi ricorrenti all’atto della pubblicazione del decreto di aggiornamento al fine di chiudere definitivamente il contenzioso e affinché vengano riconosciuti i diritti reclamati in merito a immissioni in ruolo, anni di servizio valutabili e mancati stipendi.

In merito al possibile intervento legislativo sulle graduatorie o sulla stabilizzazione, l’Anief come sempre chiederà audizione alle rispettive commissioni parlamentari e una viva attenzione da parte del Presidente della Repubblica al fine di rispettare la normativa comunitaria e i principi costituzionali per tutti i lavoratori precari della scuola. 

Questa volta è l’art. 2, cc. 4 e 6 del D.P.R. 89/09 che viola l’art. 117 della Costituzione e la leale collaborazione tra Stato e Regioni a cui spetta l’esclusiva competenza nel dimensionamento della rete scolastica sul territorio, attribuzione che la sentenza n. 200 del 2009 ha proprio riconosciuto spettare al legislatore regionale.

Questa è la seconda volta che il giudice delle leggi interviene sulla riforma Gelmini, dopo aver bocciato le lettere f-bis) ed f-ter) dell’art. 64, c. 4, del d.l. n. 112 del 2008, convertito nella l. 133/2008.

A nulla vale la difesa dell’avvocatura dello Stato che invoca la copertura dell’altro D.P.R. 81/09, regolamento - ricorda la Consulta – che “non ha formato oggetto di impugnazione, né può essere invocato in questa sede perché sia ritenuta immune dai vizi denunciati la disposizione oggetto di censura con i ricorsi in esame”.

All’uopo, bisogna ricordare come il Consiglio di Stato con la sentenza n. 1540/2011 abbia dichiarato inammissibile l’appello avverso la sentenza del Tar Lazio promosso da alcune associazioni in quanto non legittimate a ricorrere sul tema che poneva l’eccezione di costituzionalità dello stesso regolamento recante norme per il dimensionamento della rete scolastica, al punto da annullare la stessa sentenza n. 3291/10 del Tar Lazio.

Per la Consulta spetta alle Regioni l’istituzione di nuove scuole e di nuove sezioni nelle scuole dell’infanzia già esistenti o la loro soppressione, che devono adattare la rete scolastica alle esigenze socio-economiche di ciascun territorio, e “prevedere misure volte a ridurre, nei casi in questione, il disagio degli utenti del servizio scolastico, proprio per l’impatto che tali eventi hanno sulle comunità insediate nel territorio e con riguardo alle necessità dell’utenza delle singole realtà locali”.

La sentenza arriva dopo che lo stesso Tar Lazio con l’ordinanza n. 2227/11 ha rimesso all’attenzione della stessa corte costituzionale un altro regolamento emanato con il D.P.R. 119/09 recante norme per la definizione degli organici del personale ATA, in particolare rilevando l’eccezione di costituzionalità dell'art. 64, c. 2 e 4, lett. “e” del d.l. n. 112/2008, convertito nella l. 133/2008, per la violazione degli artt. 3, 97 e 117 della Costituzione.

Il destino sembra beffarsi di un ministero retto proprio da un avvocato, che ancora deve decidere come adeguarsi all’altra sentenza della Consulta, la n. 41/2011, che ha bocciato il trasferimento in coda nelle graduatorie del personale docente.

Il tribunale non si sostituisce al legislatore, ma certamente gli dà delle lezioni di diritto. Speriamo che tutte queste ripetizioni portino in chi ci governa una meditata e saggia promozione dello studio del diritto, specie in questo momento in cui si è prossimi all’emanazione dell’ultimo regolamento sull’accorpamento delle classi concorsuali e del decreto di aggiornamento delle graduatorie del personale docente. Sempre che anche l’ultima circolare sugli organici del personale docente (n. 21 del 14 marzo 2011) non sia bloccata dal ricorso che l’Anief promuoverà al Tar Lazio per annullare anche il decreto interministeriale collegato.

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