Rifiorme

Regolamento sulla valutazione approvato oggi dal Cdm

Anief: imposto, a costo zero e preludio di ulteriori tagli. D’ora in poi gli istituti trasformati quasi in centri produttivi, considerati in base alle loro performance, pronti a sfidarsi in un regime di concorrenza fratricida.

Un provvedimento a costo zero, non discusso con gli ‘attori’ che devono viverlo e preludio di ulteriori tagli alla scuola è destinato a fallire ancora prima di nascere. Così l’Anief commenta l’approvazione avvenuta oggi in Consiglio dei Ministri del regolamento sull’istituzione e la disciplina del Sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione, per le scuole del sistema pubblico nazionale di istruzione e le istituzioni formative accreditate dalle Regioni.

Il sindacato non può esprimere un giudizio positivo su questo provvedimento. Imposto, tra l’altro, a soli due giorni di distanza dal tentativo dell’amministrazione di far approvare alle confederazioni sindacali un pre-accordo sulla formulazione del rinnovo dei contratti che prevede l’abolizione degli scatti di anzianità e l’introduzione di un modello scolastico di tipo aziendale, incentrato sulle performance individuali all’interno istituti trasformati quasi in centri produttivi. I quali si dovrebbero attenere al modello standard prefissato (su che basi?) dal Miur, per poi addirittura entrare in un regime di concorrenza fratricida.

“Con questo regolamento – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – il Governo dimissionario ha deciso di abdicare al ruolo costituzionale dello Stato di garantire l’istruzione su tutto il territorio e a tutte le fasce sociali. Per fare spazio a un modello che castra la libertà d’insegnamento dei docenti, annulla le loro uniche progressioni di carriera, legate agli ‘scatti’ stipendiali, e tenta demagogicamente di unificare tutte le diverse realtà territoriali e sociali italiane. Alla fine della fiera – continua Pacifico – ci ritroveremo finanziamenti solo per le scuole d’elite, mentre quelle che ne hanno più bisogno, perché collocate in realtà difficili e a contatto con un’utenza più bisognosa, verranno miseramente lasciate al loro destino”.

Il regolamento approvato oggi dal Cdm è quindi funzionale alla logica della spending review applicata alla pubblica amministrazione, avviata nella scorsa estate dall’esecutivo del premier Monti. Con la scuola, ancora una volta, a rappresentare il comparto più indicato per fare tagli: via quindi una bella fetta di finanziamenti per il Fondo d’Istituto, via il personale inidoneo ed in sovrannumero, via i precari per fare spazio a docenti-impiegati dietro alla cattedra per 24 ore a settimana. Ed ora via pure la dignità e l’autonomia delle scuole.

“Viene invece dato sempre più ampio potere all’Invalsi. Un ente, sulla carta ‘super partes’, che improvvisamente perderà il ruolo di monitore, per vestire quello di mortificatore: un compito molto diverso rispetto a quello per cui era nato. Non è questa – conclude il presidente dell’Anief - la valutazione di cui le scuole italiane e suoi studenti, nessuno escluso, avevano bisogno”.

 

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