Rifiorme

Dimensionamento: stralciata l'indicazione della Consulta, recuperate solo la metà delle scuole

L’Anief si appella ancora una volta ai governatori: fate rispettare la legge. Tutto il resto sono accordi a perdere e incostituzionali.

“La legge indica i principi generali, poi le regioni le declinano sulla base del rispetto dei territori. Come ribadito dalla Consulta. Ogni diversa interpretazione è incostituzionale”. È questo il pensiero dell’Anief a proposito dell’accordo che sarebbe in dirittura d’arrivo in Conferenza unificata per definire i nuovi criteri del dimensionamento delle istituzioni scolastiche italiane.

Dopo l’inconcepibile taglio di 2 mila istituti, attraverso la Legge 111 del 2011, ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale, Anief conferma la volontà di ricorrere ai Tar regionali per bloccare un arbitrio che rasenta la follia.

“In questo modo si lasciano le famiglie allo sbaraglio – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – proprio nei giorni in cui si stanno per completare le iscrizioni di quasi due milioni di alunni. Ma lo Stato non può unilateralmente cambiare la normativa, introducendo dei criteri chiaramente parziali e a proprio vantaggio. Né lo possono fare le Regioni, che sembrano voler accettare l’accordo. E non richiamare i principi di legge. I quali rimangono sempre, è bene ricordarlo, lo strumento principe. Anche per realizzare l’organico scolastico”.

L’Anief ribadisce quindi tutta la propria contrarietà verso questa scelta. E invita anche i decisori politici a livello locale a porre fine a questo stato di illegittimità, tanto più grave alla luce delle iscrizioni in corso.

Praticamente nullo va considerato, se è questo, il parere della Conferenza unificata. “Senza tenere conto della normativa previgente alla legge 111 del 2011 – conclude il presidente Pacifico - si sta cercando un improbabile accordo con un Governo dimissionario, che non può essere ratificato da questo Parlamento. E la cui eventuale approvazione metterebbe in estrema difficoltà anche il nuovo Governo che uscirà dalle elezioni politiche di fine febbraio”.

 

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