Precariato

I ministri paghino di tasca propria le ferie dei precari

È noto che per motivi di continuità didattica i precari della scuola non riescono mai ad ottenere durante l’anno i due giorni di ferie mensili spettanti, salvo poi richiederne la liquidazione alla fine delle attività didattiche: tutti lo sanno, ma evidentemente non i rappresentanti del Governo.

Al punto che con semplicità e poca riflessione uno di loro ha liquidato con un secco “no” l’emendamento alla spending review che avrebbe evitato, nel rispetto delle recenti sentenze della Corte di Cassazione e della Corte di giustizia europea, l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano per la palese violazione della direttiva comunitaria che impone la monetizzazione delle ferie per il personale che non ha potuto usufruirne durante il servizio.

Secondo l’Anief è allora giunto il momento che anche il Governo si assuma la responsabilità dei pareri sugli emendamenti discussi in Parlamento, specialmente quando chiede la fiducia evitando il dibattito: ogni dirigente dello Stato è chiamato dalla normativa vigente a rispondere del danno erariale, perché la violazione di una direttiva comunitaria non può ricadere su tutti i cittadini. Come tutti sanno, infatti, ogni ripetuta e continua violazione delle direttive comunitarie impone una multa di almeno 8 milioni di euro per lo Stato membro della UE che non ne rispetta i precetti.

Non si comprende – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e delegato Confedir ai quadri e alte professionalità – perché debba ricadere su tutti i cittadini la colpa di una cattiva amministrazione, che in questo momento deve essere imputata ai soli ministri della Repubblica. Tanto più visto che l'art. 96 del Codice di procedura civile espone lo Stato al pagamento di pesanti condanne alle spese ove dovesse soccombere per lite temeraria".

L’Anief, pertanto, si rivolgerà ai giudici per ottenere la liquidazione delle somme spettanti ai precari della scuola. Il personale interessato può richiedere il modello di diffida predisposto dal sindacato inviando una mail contenente i propri dati anagrafici, contatti telefonici fissi e cellulari e sede di attuale o ultimo servizio in scuola statale (denominazione, comune e provincia) a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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