Precariato

Immissioni in ruolo: poche e insufficienti per l’Anief

Sindacati gialli smentiti dal ministro. Le 67.000 immissioni sbandierate dovrebbero essere diluite in tre anni. Unica speranza aggiuntiva: le conversioni dei contratti a tempo indeterminato disposte a seguito dei ricorsi dal giudice del lavoro.

Ebbene, tutti i segretari generali dei grandi sindacati gialli scrivono al sottosegretario Letta chiedendo chiarimenti dopo che avevano il mese scorso annunciato in una conferenza unificata alla presenza del ministro Gelmini lo sblocco istantaneo di 67.000 posti e oggi hanno scoperto che non se ne faranno per il prossimo anno nemmeno la metà. Anief comprende l’imbarazzo che, però, denota l’assoluta incapacità e incompetenza di chi non è più in grado di rappresentare l’interesse dei lavoratori precari della scuola, di chi è arrivato nei giorni scorsi durante le audizioni in Parlamento, persino, a disconoscere le iniziative legali che i dirigenti delle proprie strutture periferiche hanno attivato per i propri iscritti. Ed è proprio dai ricorsi che, ormai, si può ottenere la stabilizzazione, visti i conti pubblici e la finanza internazionale ma anche il rispetto inderogabile per il nostro ordinamento delle decisioni della magistratura a cui anche la ragioneria dello Stato dichiara di volersi attenere – nella memoria allegata dal sottosegretario Giorgietti al Decreto sullo sviluppo economico.

E allora, avanti colleghi precari, abbandonate ogni indugio e reclamate in massa presso i vostri sindacati – non quelli, ovviamente che rinnegano la loro stessa iniziativa legale – la dovuta assistenza per ricorrere. Già più di 10.000 si sono rivolti all’Anief: la nostra porta è sempre aperta per rivendicare l’immissione in ruolo secondo il vostro diritto, perché la convenzione europea dei diritti dell’uomo deve essere sempre rispettata e con essa l’accordo quadro in tema di rapporti di lavoro a tempo determinato come ancora ribadito il 7 giugno 2011 nelle cause riunite 43549/08, 6107/09 e 5087/09 dai giudici della suprema corte di Strasburgo.

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