Precariato

Graduatorie: i sindacati chiedono il blocco del trasferimento

E aprono al nuovo reclutamento per albi regionali e chiamata diretta per reti di scuole. Anief, nell’incontro con il vice D. G., invece, richiede l’inserimento di tutti i docenti abilitati nelle graduatorie, deposita gli elenchi dei ricorrenti, diffida il Miur e si prepara alle denunce erariali e penali. Anche il commissario ad acta si prepara ad agire.

Infuocato l’incontro di ieri al ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dove, mentre il D.G. Chiappetta riceveva i sindacati ‘gialli’, chiamati dal Governo a rappresentare i lavoratori in virtù del d.lgs. 150/09 ‘Brunetta’, sotto il suono assordante degli strumenti portati in piazza da un migliaio di manifestanti e le bandiere dell’Anief (riprese da radio24), il vice-D. G. Pilo riceveva una delegazione organizzata dall’Anief (presidente nazionale Marcello Pacifico, per la segreteria nazionale Marco Giordano, per i manifestanti, tra gli organizzatori Matteo De Angelis e Laura Lento) prima dell’incontro informale con il presidente Aprea e l’audizione alla presenza dei membri della VII commissione del Senato, avvenuti nella stessa giornata.

Dunque, mentre in una stanza alcuni sindacati chiedevano di eludere la sentenza della Corte costituzionale sputando sul diritto, pregavano di non applicare gli ordini dei giudici istigando a delinquere, calpestavano i diritti dei precari all’assunzione chiedendo nomine pluriennali e un intervento legislativo per introdurre un nuovo sistema di reclutamento (è di questi giorni il deposito al Senato della segretata p.d.l. n. 2637 del sen. Pittoni, allo studio del ministro Gelmini per la sua trasformazione in Decreto legge), in un’altra stanza poco lontano, l’Anief

- ribadiva ai dirigenti del MIUR la necessità di un intervento urgente per inserire nelle graduatorie prima del loro aggiornamento i docenti precari che hanno conseguito un’abilitazione in Italia o stanno frequentando un corso universitario abilitante (AFAM, Scienze della Formazione primaria);

- diffidava il D.G. dal non ordinare ai dirigenti degli uffici periferici regionali l’esecuzione delle ordinanze commissariali del Tar Lazio ancor oggi attive, (come ha ribadito lo stesso commissario ad acta ad alcuni dirigenti del Miur e all’avvocatura dello Stato il giorno precedente) i cui effetti sarebbero salvaguardati in caso di traslatio iudicii dalla normativa vigente, e dal non inserire tutti i ricorrenti del Tar Lazio e del Presidente della Repubblica a pettine nelle graduatorie (i cui elenchi sono stati consegnati) così da scegliere in quale delle quattro province voler permanere in caso di mancato trasferimento da una graduatoria all’altra;

- ribadiva la scelta di denunciare alla Corte dei Conti e all’autorità giudiziaria ogni dirigente responsabile del reato di omissione di atti di ufficio e di danno erariale alle casse dello Stato, visto che il Miur, essendo un attore del processo in corso con l’Anief, non può comunque sostituirsi a torto o a ragione agli stessi giudici (nei prossimi giorni sarà inviato ai ricorrenti un modello di richiesta di accesso agli atti per consentire l’esatto calcolo del danno alle casse dello Stato), in nome di un conflitto di giurisdizione che soltanto nel processo dal giudice può essere sollevato e che comunque non annulla le ordinanze precedentemente emesse;

- denunciava il tentativo di riproporre il congelamento delle graduatorie attraverso la reiterazione del mancato trasferimento da una provincia all’altra già attuato nel passato aggiornamento delle posizioni dal D. M. 42/2009 e già censurato dai giudici del Tar Lazio nel 2009 in tre ricorsi specifici promossi sempre dall’Anief, a fronte di un tentativo anche maldestro di eludere la sentenza n. 41/2011 della Corte costituzionale, ovvero di una legge dello Stato che sancisce il dinamico funzionamento delle graduatorie ad esaurimento da orientare sempre secondo un principio meritocratico insito nel concetto stesso di aggiornamento del punteggio;

- si opponeva all’idea di un nuovo sistema di reclutamento, paventato in questi giorni da alcune forze politiche e sindacali, per sfuggire agli effetti delle sentenze dei giudici ordinari in tema di risarcimento danni per la mancata stabilizzazione dei precari a cui vorrebbe essere tappata anche la bocca con incarichi pluriennali invece di assunzioni in ruolo.

- ribadiva la necessità di procedere subito a una prima assunzione di 108.000 unità di personale docente e ata, secondo le stime dei posti vacanti e disponibili per l’a. s. precedente, a fronte dei quasi 5.000 esuberi dovuti agli ultimi tagli perpetrati.       

Durante l’audizione in Parlamento, tutte le forze politiche hanno manifestato il sostegno all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti specializzandi, laureandi e specializzati in Italia per il conseguimento dell’abilitazione, al pari degli abilitati all’estero. L’Anief ha chiesto di tradurre quest’intenzione in un intervento deciso a loro favore, mentre ha ribadito l’assoluta necessità del rispetto della normativa nazionale e comunitaria relativamente alla stabilizzazione del personale precario contro il sempre più probabile prossimo decreto legge che sarà approvato dal Governo sui nuovi concorsi a cattedra, basato su albi regionali a chiamata diretta da reti di scuole.

Abbiamo 250.000 docenti che hanno già superato un concorso, non abbiamo bisogno di altri concorsi per alimentare un mercato di vacche grasse, come non abbiamo bisogno di altri ricorsi al Giudice del lavoro per ribadire un concetto chiaro e lampante: i precari possono spostarsi su tutto il territorio nazionale e hanno diritto all’assunzione in base al punteggio e in base ai diversi contratti a tempo determinato stipulati per l’ordinario funzionamento dell’amministrazione.

I sindacati che sono contrari a tale linea dovrebbero chiedere quali diritti stanno difendendo e quali ideali stanno tradendo, in nome di quale guadagno.

La manifestazione si è conclusa con una nuova iniziativa di forme di protesta che l’Anief predisporrà nei prossimi giorni e con l’invito al rispetto perpetuo del diritto contro chi con arroganza si mostra allergico alla democratica rappresentanza dei lavoratori, alla tutela del bene della vita di ogni cittadino, alla divisione dei poteri dello Stato.

Il testo della diffida depositata

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