Precariato

Precariato

  • Nella scuola l’autonomia differenziata non è praticabile, mentre occorre agire con immediatezza sulla fase transitoria del reclutamento, attraverso il decreto salva-precari, e sugli aumenti di stipendio, grazie all’intervento economico della Legge di Stabilità: è armato di buone intenzioni il nuovo ministro dell’Istruzione che fa capo al M5S. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che “sulla regionalizzazione sposiamo in pieno la tesi del ministro. Invece riteniamo che precariato di massa e stipendi inadeguati siano due facce della stessa medaglia. Perché la Commissione Europea solo alcune settimane fa ha inviato una lettera all’Italia per abuso di supplenze a termine, a seguito delle diverse denunce promosse anche da insegnanti e Ata iscritti al sindacato. Si tratta di una costante che tende solo al risparmio: perché a un precario spesso non si pagano i mesi estivi e si assegna sempre la busta paga iniziale. È ora di dare una svolta e adeguarci alle indicazioni che l’Europa, con laDirettiva 70 del 1999 ha inviato a tutti gli Stati membri da 20 anni, proprio per stabilizzare in modo automatico i precari dopo 36 mesi di servizio”

  • In alcune province, soprattutto del Sud, le strutture che devono gestire le documentazioni dei docenti e Ata di ruolo che hanno fatto richiesta motivata per avvicinarsi a casa, lavorano a ritmi molto lenti. Il motivo? Il personale lascia il servizio per la pensione, ma non viene sostituito. E non si fa turn over. Solo che negli ultimi anni, nel comparto scolastico, incombenze lavorative, per via dell’autonomia e dell’aumento del precariato, sono cresciute considerevolmente. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è sempre la stessa solfa, fatta di lavoratori, in questo caso impiegati, che continuano a non essere stabilizzati. Eppure, c’è un grande bisogno di loro, con il vuoto che si viene a determinare sempre più cogente. Se non intervengono i nostri governanti, l’ultima speranza è l’Europa”

  • Dopo il terzo incontro, i dirigenti Miur e i sindacati maggiori si sono dati appuntamento a martedì 1° ottobre, per definire le ultime cose di un testo che il ministro dell’Istruzione ha intenzione di fare approvare poche ore dopo dal Governo. Solo che il documento si preannuncia lacunoso e insufficiente per rispondere alle richieste legittime di stabilizzazione dei docenti collocati nelle GaE e nelle graduatorie d’Istituto, ad iniziare da quelli che garantiscono il sostegno agli alunni disabili, dei vincitori e idonei inseriti nelle graduatorie di merito dei concorsi, di chi è stato già immesso in ruolo con riserva e ha pure superato l’anno di prova, dei 40 mila precari del personale Ata, dei 600 amministrativi facente funzione Dsga sinora ignorati, oltre che inserire negli organici i maestri delle classi Primavera, gli assistenti alla comunicazione, gli educatori e lsu. Inoltre Anief chiede di far partire subito dei corsiPas abilitanti con il servizio svolto nella scuola paritaria utile per l'accesso. Ecco perchéAnief rilancia l’approvazione di unvero decreto salva-scuola e il suo leader, Marcello Pacifico, ricorda: la supplentite si vince reclutando i docenti dalle attuali graduatorie di merito, ad esaurimento, di istituto su tutti i posti vacanti.

  • Il concorso per Dsga è ancora in pieno svolgimento, così il Miur cerca di correre ai ripari coprendo i tanti posti liberi attingendo il personale amministrativo, anche precario inserito in terza fascia sempre sein possesso della laurea specialistica in giurisprudenza oppure in scienze politiche sociali e amministrative o in economia e commercio o titoli equipollenti. La possibilità è stata contemplata nell’intesa sottoscritta il 12 settembre scorso dai sindacati con i dirigenti del ministero dell’Istruzione. 

    Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Invece di valorizzare coloro che per vent’anni si sono prodigati in un ruolo superiore, pur in cambio di un obolo, non considerando nemmeno il fatto che hanno superato i 36 mesi di servizio, indicati dallaCommissione europea, si è preferito glissare e anche tornare a prevedere l’utilizzo di precari senza esperienza alcuna. È un po’ quello che è accaduto ai docenti conle Mad, ma anche allo stesso personale Ata della scuola, per il quale vi sono ancora40 mila posti da coprire. Anief si oppone a tutto questo: ha infatti presentato ricorso in tribunale per far partecipare agli scritti del concorso per Dsga i facenti funzione, gli Ata con 5 anni di servizio e chi ha superato la prova pre-selettiva con la sufficienza: l’obiettivo è l’indizione di prove suppletive, dedicate a chi è stato lasciato fuori senza uno straccio di motivo valido”.

  • L’ottimismo del nuovo ministro dell’Istruzione sull’approvazione imminente del decreto salva-precari si sta scontrando con le tante esigenze da soddisfare: dopo l’entusiasmo del primo incontro, risultano infatti “ancora distanti le posizioni di Ministero e sindacati sui provvedimenti da adottare per porre fine al precariato e tutelare i docenti”, scrive oggi lastampa specializzata. Anief lo ha detto chiaramente da diverso tempo: bisogna riformare le graduatorie d’Istituto, garantendo il reclutamento attraverso il loro scorrimento. Occorre anche assumere tutti i docenti risultati vincitori e idonei inseriti nelle graduatorie di merito (a iniziare da quelle esaurite), a seguito dei vari concorsi svolti, anche assumendoli in altre regioni dove sono presenti i posti vacanti. Vi sono poi da salvaguardare e confermare nei ruoli coloro che sono stati immessi in ruolo con riserva e hanno pure superato l’anno di prova. Ci sono anche da stabilizzare 40 mila precari del personale Ata e i 600 amministrativi facente funzione Dsga non considerati nella selezione in corso, oltre che inserire negli organici i maestri delle classi Primavera, gli assistenti alla comunicazione, educatori e lsu. Infine, serve approvare un decreto che tuteli gli alunni con disabilità certificata, attraverso la conversione in organico di diritto degli oltre 60 mila posti utilizzati con l’assurdo sistema delle deroghe che li trasforma in supplenze fino al 30 giugno.

  • Lo ha detto il vicepresidente Accademia Europa Cesi e leader del giovane sindacato della scuola Marcello Pacifico, nel corso del primo Convegno, svoltosi ieri e oggi a Palermo, organizzato dalla CESI e finanziato dalla Commissione UE sulle attività che deve porre in essere il sindacato per combattere l'abuso dei contratti a termine. Emblematico è il caso del giovane sindacato autonomo della scuola italiana, che nell’ultimo decennio ha utilizzato tutti gli strumenti che l'ordinamento giuridico europeo consente presso le istituzioni comunitarie. 30 mila euro i risarcimenti in media attribuiti ai precari, 400 mila le assunzioni che ha sbloccato il governo italiano negli ultimi 8 anni dall'inizio del contenzioso promosso da Anief.

    Il professor Marcello Pacifico ha ricordato che l’organizzazione che rappresenta ha avviato una serie di petizioni presso la Commissione referente del Parlamento Europeo, le quali hanno portato all'adozione della risoluzione del maggio 2018 attraverso cui si vuole rivedere la direttiva emanata vent'anni fa dalla stessa UE, per impegnare i Paesi membri a stabilizzare i precari del pubblico impiego, considerando che le esigenze di bilancio non possono essere annoverate come ragioni oggettive per giustificarne la mancata attuazione.

     

  • Le lezioni sono ormai riprese in tutte le regioni, però quasi tutti gli studenti sono costretti al tempo-scuola ridotto perché manca all’appello un’alta percentuale di insegnanti:le supplenze annuali, mai così tante, procedono infatti a rilento, a seguito dell’alto numero di Graduatorie a esaurimento e dei vincitori di concorso prive di candidati. E le convocazioni degli Uffici Scolastici Territoriali continuano ad andare deserte. Presto la “patata bollente” passerà ai presidi, che chiameranno da graduatoria d’istituto. In un istituto comprensivo di Roma, nel quartiere Cornelia, gli alunni hanno ripreso le lezioni con appena 27 docenti su 49 previsti dall’organico. A Torino sulla primaria ci sono oltre mille posti ancora da assegnare su 1.600, di cui 1.200 su sostegno, rimasti vuoti dopo le nomine in ruolo, anche queste andate spesso deserte. Il problema riguarda pure le superiori e le province più piccole. Ci sono discipline, come la matematica, quelle tecniche e di laboratorio alle superiori per le quali la ricerca del supplente è diventa davvero ardua. Ma la situazione più drammatica è quella del sostegno, con 70 mila posti liberi che si stanno assegnando con estrema fatica soprattutto a docenti precari non specializzati nella didattica speciale per alunni disabili.

    Marcello Pacifico (Anief): Bisogna cambiare registro, facendo avvicinare i precari, ad iniziare da abilitati e specializzati, ai posti liberi. Basta con le graduatorie bloccate e aperte ogni tre-cinque anni. Bisogna ricorrere all’utilizzo, sia per le supplenze sia per le immissioni in ruolo, da graduatorie d’istituto, trasformandole in provinciali per assicurare la copertura su tutte le scuole. E i vincitori e gli idonei dei concorsi ordinari e straordinari possono, su richiesta, cambiare regione. Senza dimenticare i supplenti a cui rinnovare il contratto scaduto al 30 giugno scorso, i neo-immessi in ruolo con riserva o licenziati pure dopo avere superato l'anno di straordinariato

  • Marcello Pacifico (Anief): non siamo contrari, ma il modello va esteso anche alla primaria, va ridotto a 24 mesi il servizio minimo e si valuti anche quello svolto nella scuola paritaria. Inoltre, necessariamente, si devono modificare le attuali graduatorie di istituto, utilizzandole per le immissioni in ruolo e per le supplenze, a livello provinciale se proprio non si vogliono aprire le GaE, senza dimenticare i vincitori e idonei degli attuali concorsi ordinari e straordinari, i supplenti cui rinnovare il contratto scaduto al 30 giugno scorso, i neo-immessi in ruolo con riserva o licenziati nonostante abbiano superato l'anno di prova

  • Guarda la videointervista a Rosetta Signorino, presidente Anief Agrigento

  • Per fare un punto sulla sua attuazione, analizzare problemi e proporre soluzioni, a partire dal caso emblematico della scuola italiana. Il 19 e 20 settembre, all’Astoria Palace Hotel, i sindacati affiliati alla Cesi partecipano alconvegno-progetto della Cesi Accademia Europa sul tema “Lavoro precario – dotare i sindacati delle capacità necessarie per raccogliere nuove sfide” finanziato dalla Commissione Ue. Marcello Pacifico (vicepresidente Accademia Europa Cesi e presidente Anief): “Siamo pronti a fornire il nostro contributo per ottemperare alla recente risoluzionedel Parlamento UE , che porti i Paesi membri a rispettare la dignità di tutti i lavoratori".

  • Il 65% dei posti in ruolo non viene assegnato (quasi 32 mila cattedre su poco più di 53 mila). Negli ultimi quattro anni lo Stato non ha trovato circa un insegnante su due da immettere in ruolo (quasi mila su circa 188 mila assunzioni autorizzate) nonostante un esercito di 500 mila tra abilitati e aspiranti docenti disseminati tra le tele delle graduatorie. E sarà record di supplenze: più di 211 mila, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa, nonostante concorsi ordinari e straordinari. Pacifico (Anief): si riaprano subito annualmente le ex graduatorie permanenti e si assuma anche da graduatorie di istituto provinciali con prove suppletive per i laureati esclusi dall'ultimo concorso a cattedre e si facciano assunzioni di idonei e vincitori su scala nazionale, con la salvaguardia dei ruoli già assegnati

  • Nella scuola primaria mancano ancora una volta le maestre al Nord: 2 mila tra posti comuni e sostegno soltanto tra Torino e Milano, mentre alcune continuano a essere licenziate o cancellate dalle ex graduatorie permanenti dopo il clamoroso cambio di orientamento della giustizia amministrativa. Pacifico (Anief): “Serve prorogare subito la norma del decreto Dignità sulla continuità didattica almeno per tutto il ciclo di studi per non lasciare i bambini soli, riaprire annualmente le Graduatorie a esaurimento provvedendo alle nomine entro luglio e reclutare da graduatorie di istituto provinciali aperte periodicamente”

  • Sul sostegno agli alunni disabili si sta verificando esattamente quello che il giovane sindacato avevaprevisto da tempo: mancano all’appello quasi il 40% dei docenti, le supplenze sono ancora in alto mare, i contratti si faranno in 8 casi su 10 a docenti non specializzati, i presidi non sanno come fare e si arriva, in casi limite, a chiedere alle famiglie di non mandare a scuola i propri figli con disabilità, ma di tenerli a casa. La denuncia è arrivata dall’assessore regionale all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, che si è in questo modo fatta interprete della preoccupazione e dell’allarme delle famiglie (e delle scuole) di fronte ai primi effetti della cronica carenza di insegnanti di sostegno. Anief ritiene più che lecita la sortita dell’assessore, ricordando che purtroppo il fenomeno non è confinato al Veneto: in tutta Italia ci sono oltre 60 mila posti in deroga, più almeno altri 10-15 mila di diritto, ma non assegnati per la mancanza di volontà ad immettere in ruolo e ad assumere gli specializzati, mentre in autunno il Tar si pronuncerà sul numero chiuso determinato dal ministro Bussetti sull'ultimo Tfa sostegno per non aver preso atto delle effettive esigenze. Se soltanto si riaprissero le GaE o si assumesse in ruolo dalle graduatorie di istituto provinciale, almeno la metà dei posti su sostegno sarebbe subito coperto a condizione di trasformare molti dei posti in deroga in organico di diritto”. 

    Marcello Pacifico (Anief): “La venalità dello Stato con l’inizio dell’anno si traduce in disservizio. Che va oltre la mancata continuità didattica: qui è in ballo il diritto allo studio degli alunni. Perché questo avviene quando in casi estremi, oggi purtroppo sempre meno rari, vengono addirittura invitati a non venire a scuola. Eppure, per accogliere uno studente con disabilità in classe c’è tutto un iter da affrontare: si parte da una diagnosi, realizzata da un pool di specialisti delle strutture mediche pubbliche; si passa poi all’inquadramento previsto dalla Legge 104/92; si realizza quindi una diagnosi funzionale ed una programmazione educativa individualizzata. Anche con l’apporto delle famiglie, come stabilito con l’ultima riforma approdataa fine agosto in Gazzetta Ufficiale. Dopo che ciò è stato portato a termine, però, tutto viene vanificato perché manca uno dei due ‘attori’ principali: il docente di sostegno. E così anche l’altro, l’attore ‘protagonista’, l’alunno con disabilità, nemmeno si accoglie: si manda direttamente a casa”.

  • Per il nuovo ministro dell’Istruzione i precari sono in cima ai problemi da risolvere nella scuola. “Bisogna tornare ai livelli del periodo precrisi e trovare una soluzione al precariato dilagante, su cui l’Ue ci ha già minacciato di una procedura d’infrazione”,ha dettoLorenzo Fioramonti, intervenuto a Il mattino di Radio 1, sottolineando anche l’importanza di aumentare gli investimenti al più presto sulla scuola. “Su scuola, università e ricerca non si scherza, sono la priorità del Paese. Ho già chiesto di inserire nella Manovra un miliardo per l’università e due per la scuola” afferma il ministro. Poi ci sono, a parte, “11 miliardi di euro di finanziamenti” per la sicurezza degli edifici scolastici. 

    Marcello Pacifico (Anief): “Per noi è indispensabile tener conto dei rilievi mossi dalla Commissione UE a proposito dell’abuso di precariato. Occorre quindi utilizzare appieno il doppio canale di reclutamento parallelo alle graduatorie di merito, da usare anche su scala nazionale per assumere gli attuali vincitori; occorre anche riaprire le GaE e procedere con immissioni in ruolo da graduatorie d’istituto, da trasformare in provinciali. Serve avviare corsi abilitanti ordinari per il personale di terza fascia e concorsi aperti ai giovani laureati, oltre che confermare nei ruoli chi è stato assunto con riserva e ha superato l'anno di prova. Se, infine, si trasformasse l’organico di fatto in organico di diritto, utilizzando il personale in base alle esigenze del territorio, quei soldi sarebbero spesi nel migliore dei modi. Se il ministro ci convocherà al più presto gli illustreremo tutto questo consegnandogli pure le linee guida da seguire”

  • L’Anief esprime solidarietà ai docenti a cui è precluso il concorso straordinario riservato in base al documento dell’11 giugno prodotto dai sindacati confederali. È impensabile che i sindacati presenti al tavolo con il Miur (Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda) facciano distinzioni tra lavoratori, ritenendoli alcuni di serie A e altri di serie B; non vengano dunque a dirci che “abbiamo fatto un passo in avanti”. L’Anief lancia un appello al ministro Fioramonti, affinché riveda il documento iniquo e ascolti le proposte del giovane sindacato, che sempre si è battuto per i precari, in tutte le sedi

  • Con l’inizio dell’anno scolastico, molti insegnanti verranno chiamati a ricoprire i posti vacanti. Quest’anno, come Anief ha più volte sottolineato, sarannomolti i docenti che avranno un contratto a tempo determinato. Di seguito l’approfondimento del giovane sindacato; per informazioni più dettagliate,clicca qui

  • Sono dati paradossali e sconfortanti quelli raccolti da Anief, giovane sindacato rappresentativo, nel corso delle immissioni in ruolo – da concorso e da GaE – dell’Usp Palermo, per quanto riguarda gli istituti scolastici del capoluogo siciliano e della sua provincia

  • Ecco perché siamo arrivati a conferire così tanti contratti a termine in una sola estate. Tra titoli contestati, concorsi ordinari, straordinari e riservati in mezzo alle messe a disposizioni anche degli studenti universitari. Malebolge dei precari la definirebbe Dante, l'ottavo cerchio dell'Inferno dove punire i fraudolenti: sono in 200 mila ma non sono loro gli imbroglioni, sono quelli che sono stati truffati dalla politica e traditi dallo Stato. Il perché lo spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, che ha denunciato da tempo in Europa la stranezza di un Paese che porta avanti il suo sistema di istruzione attraverso la supplentite in palese violazione delle norme comunitarie: “Il sistema sembra congegnato per far esaurire i precari piuttosto che assumerli, in un’eterna guerra che lascia la campanella di chi entra e di chi esce a un giudizio, che spesso, appare contraddittorio per via di una normativa infernale”. Ma il sindacato ha la sua ricetta per iniziare un percorso semplice, diretto verso la luce.

  • Così risponde Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, all’ultima uscita dell’onorevole pentastellato sui dm: “La Plenaria? Vergogna di uno Stato di diritto. Ripassi un po’ di giurisprudenza elementare”

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