Anief apprende con stupore che a distanza di 100 giorni dall'accordo sull'assunzione di oltre 5mila Ata è ancora tutto fermo

Immissioni in ruolo del personale Ata. Siamo al nulla di fatto: a distanza di 100 giorni dall’accordo stipulato tra le parti, il Ministero dell’Istruzione è tornato a chiedere al MEF e alla Funzione Pubblica l’autorizzazione per procedere alle assunzioni a tempo indeterminato di 5.336 amministrativi, tecnici e ausiliari. Per l’Anief tutto questo non è più tollerabile: alla quantità ridicola di posti ora si aggiunge la beffa dell’attesa infinita! Meno male che, sempre aspettando l’esito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea, dai tribunali continuano ad arrivare segnali di giustizia.

L’Anief apprende con stupore che a distanza di 100 giorni dall’accordo stipulato tra le parti, il Ministero dell’Istruzione è tornato a chiedere al MEF e alla Funzione Pubblica l’autorizzazione per procedere alle immissioni in ruolo di 5.336 posti di personale ATA corrispondenti, tra l’altro, solo all’effettivo turn-over dell’anno scolastico in corso. Poiché, come rilevato dal nostro sindacato da mesi, i posti vacanti e disponibili per le assunzioni a tempo indeterminato sono molti di più - ben 35.000 - il giovane sindacato ritiene che non è possibile pensare di continuare a gestire l’istruzione pubblica e il personale che vi opera in questo modo.

Vale la pena ricordare che già lo scorso 18 settembre il Ministro Profumo aveva inviato una lettera al MEF e alla Funzione Pubblica avente come oggetto “Richiesta autorizzazione nomine in ruolo personale ATA”: nella lettera il Ministro ricordava “che nella riunione del 31 luglio u.s., oltre alla quantificazione delle assunzioni di dirigenti scolastici e di personale docente ed educativo, già autorizzate nella seduta del CdM del 24 agosto u.s., si è concordato che la determinazione delle assunzioni relative al personale ATA sarebbe stata rinviata al completamento delle operazioni di mobilità di detto personale”. Profumo nell’occasione aveva anche allegato “il quadro (aggiornato) delle disponibilità e degli esuberi risultanti: il prospetto sintetico del personale docente inidoneo; i prospetti sintetici ed analitici del personale delle soppresse classi di concorso C555 e C999”. Come già indicato il 2 luglio, il Miur ha precisato che “il turn-over effettivo del personale ATA è stato complessivamente pari a 5.336 posti, dato che si conferma”.

Oggi la storia si ripete. “Già l’assunzione di poco più di 5mila amministrativi, tecnici e ausiliari – ricorda Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – rappresenta un numero irrisorio rispetto alle necessità effettive derivanti dai larghi vuoti in organico. La lunga attesa per rendere effettive queste assunzioni, legata all’ancora incerto passaggio tra gli Ata del personale docente risultato inidoneo o inserito in classi di concorso soppresse, indicato nella Spending review, rappresenta l’emblema della superficialità con cui questa Amministrazione e questo Governo considerano il nostro sistema scolastico”.

L’Anief torna quindi a ribadire che non è più tollerabile il ritardo delle pur poche immissioni in ruolo del personale Ata. Anche perché chi è stato nominato fino all’avente diritto è sottoposto a una forma contrattuale non prevista dalla legge, poiché quel tipo di contratto non appone nessun termine e non dichiara le ragioni per le quali si stipula il contratto a t.d.; indica, invece, un riferimento normativo (l’art. 40 della legge 449/97) che non ha nulla a che vedere con la natura giuridica del contratto, ma si limita sostanzialmente a stabilire chi deve pagare i supplenti”.

Va inoltre ricordato che la Commissione europea ha aperto, con l’invio di una lettera di messa in mora il 14 marzo 2011, una procedura di infrazione (proc. 2010/2124) nei confronti dell’Italia per il non corretto recepimento della direttiva 1999/70/CE relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato. In particolare, la Commissione ritiene che la prassi di impiegare personale ausiliario tecnico amministrativo nella scuola pubblica per mezzo di una successione di contratti a tempo determinato, senza misure atte a prevenirne l’abuso, non ottempera agli obblighi della clausola 5 dell’Accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE.

Il 24 maggio 2011, il Governo italiano ha trasmesso alla Commissione europea delle note di risposta predisposte dalle Amministrazioni interessate, nelle quali si comunicava che al fine di fornire riscontro alle censure formulate dalla Commissione europea è stato predisposto un nuovo quadro legislativo, attraverso due interventi normativi specifici inseriti nel Decreto legge n. 70 del 2011: l’art. 9, comma 8 relativo ad una deroga all’applicazione della direttiva 1999/70/CE per i contratti a tempo determinato nella scuola; l’art. 9, comma 17 recante attuazione del piano triennale di assunzioni a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed ATA per ridurre il fenomeno del precariato.

Ora, dopo la scontata resistenza della Corte di Cassazione, il Parlamento teme una seconda lettera di messa in mora sul tema, per una nuova procedura di infrazione che rigetterebbe le scuse del Governo e imporrebbe un riesame della questione. Secondo l’Ufficio legislativo della Camera dei Deputati, infatti, chiamato a esaminare le procedure di infrazione relative ad alcune disposizioni sui contratti a tempo determinato, in merito alla legge di riforma del mercato del lavoro, sarebbe sul tavolo dei Commissari europei una seconda lettera di messa in mora dell’Italia.

“A questo punto – commenta Pacifico - è chiaro che la strada intrapresa dall’Anief di denunciare a Bruxelles e a Strasburgo quanto di illegittimo operato dal Governo in Italia riporterà al personale della scuola quella tutela comunitaria del diritto a un lavoro a tempo indeterminato, prevista per tutti i cittadini europei, riguardante il resto del pubblico impiego italiano, peraltro già ampiamente sperimentata nel comparto privato”.

Alla luce di tutto questo, l’Anief ribadisce che il personale precario ha il pieno diritto, come hanno già fatto migliaia di lavoratori non di ruolo ricorrendo in tribunale, a chiedere i danni per l’ingiusto perdurare delle supplenze. A tal proposito, si ricorda il precedente positivo registrato presso il Tribunale del Lavoro di Torino (udienza del 16/12/2011), dove il giudice, dott.ssa Aurora Filicetti, si è espressa accogliendo il ricorso di quattro precari. L’importante sentenza rappresenta un grande risultato per l’Anief, che ha patrocinato i ricorsi sostenendo ed affiancando i precari nell’azione per veder riconosciuti i loro diritti.

I ricorsi erano tesi proprio al riconoscimento dell’illegittima reiterazione dei contratti a tempo determinato, ed al conseguente risarcimento del danno, oltre agli scatti biennali di anzianità ed alla trasformazione dei contratti su posto vacante e disponibile con termine 30.06 in contratti al 31.08. La sentenza, ottenuta dall’avv. Rinaldi dell’Anief, ha condannato il Miur al pagamento di una cifra complessiva pari ad € 17.272,86 per gli scatti biennali arretrati e a 15 mensilità lorde per ogni ricorrente, quale risarcimento del danno per l’illegittimità dei termini apposti ai contratti, a cui vanno aggiunte le spese legali, che il giudice ha posto a carico dei convenuti, per un totale che supera i 150.000 euro.

 

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