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Il sondaggio del Miur sull’abolizione legale del titolo di studio fa acqua da tutte le parti

Come l’intenzione del Governo di cancellare uno dei punti fermi della nostra Costituzione che regola il reclutamento del personale del pubblico impiego.

Secondo l’Anief le notizie pubblicate oggi dalla stampa a proposito della scarsa validità scientifica della consultazione avviata via internet dal Ministero dell’Istruzione on line sul valore legale del titolo di studio, a cui per partecipare basta inserire un qualsiasi codice fiscale, conferma la mancanza di serietà e progettualità dell’intero progetto. “Come si fa a reputare valido un sistema – si chiede Marcello Pacifico, Presidente dell’Anief – che annovera tra i suoi partecipanti Elvis Presley e persino Napoleone? La verità è che non si è mai visto chiedere agli studenti se il titolo rilasciato dai luoghi d’istruzione pubblica debba essere considerato legale o meno. Oppure se il voto conseguito sia giusto, sbagliato o valido”.

Per il Presidente dell’Anief la verità è una sola: “procedendo in questo modo, si esprime sicuramente un forte senso di incapacità di governare la cosa pubblica. E contemporaneamente di ignorare perfino i principi saldamente fermi della nostra Costituzione che regolano il reclutamento del personale del pubblico impiego”.

Le intenzioni del Governo di cancellare l’attuale valenza del titolo di studio non possono dunque che essere rigettate: “è paradossale – conclude Pacifico – che mentre Federico II aveva creato l’Università per formare i consiglieri del regno, oggi i rappresentanti dello Stato hanno intenzione di annullare il titolo rilasciato delle stesse università pubbliche”.

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