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Scatti di anzianità, pasticcio all’italiana: personale in mobilitazione

Sugli aumenti ai docenti del 2013 non è tutto risolto, come vorrebbe far credere il ministro Carrozza: anziché mettere vere risorse sul piatto, il Miur finanzia gli incrementi in busta paga con una ‘una tantum’ che non ha effetti sulla carriera e continua a sottrarre centinaia di milioni di euro al miglioramento dell’offerta formativa. In parallelo conduce manovre al risparmio che penalizzano collaboratori scolastici, assistenti e dirigenti scolastici.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): siamo al gioco delle tre carte, con lo stanziamento di ‘toppe’ annuali che non sostengono l’incremento negli anni a venire. Siamo di fronte ad una palese violazione dei diritti dell’uomo e della contrattazione collettiva, su stipendi che in Europa già crescono più lenti di tutti: non resta che ricorrere alla CEDU.

Sugli scatti di anzianità al personale della scuola non è tutto a posto, come vorrebbero far credere il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, e il suo entourage ministeriale. La verità è che per mantenere fede agli impegni presi con i lavoratori, il Miur sta prelevando dal Mof, il miglioramento dell’offerta formativa, cifre sempre più consistenti. Si è arrivati all’assurdo che per restituire al personale i 150 euro illecitamente sottratti dal Ministero dell’Economia a coloro che lo scorso anno hanno avuto un aumento automatico in busta paga, lo stesso MEF sta procedendo a un secondo maxi-prelevamento di fondi dal medesimo capitolo di spesa dedicato per legge alle esigenze formative.

Di fatto, ai lavoratori che nel 2013 hanno fruito dello ‘scatto’ non verrà concessa alcuna restituzione degli scatti stipendiali. Ma, come anche rilevato dalla stampa specializzata, solo una compensazione: prima si vedranno assegnato il cedolino decurtato di 150 euro, poi entro 48-72 ore riceveranno un secondo ‘cedolino’ che accrediterà 150 euro a compensazione della decurtazione avvenuta. E questo avverrà sempre usufruendo di centinaia di milioni di euro destinati, invece, a sostegno delle attività didattiche e a supporto degli studenti. Per realizzare, tra l’altro, una ‘una tantum’ che, ad oggi, non produce una completa progressione di carriera.

“Sulla questione degli scatti - precisa Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – si sono dette e si stanno dicendo tante bugie: ormai siamo al gioco delle tre carte. Ma è il momento di dire basta: come sindacato ci stiamo impegnando al massimo per impugnare, presso la CEDU, l’indebita sottrazione di fondi. È assurdo che anziché stanziare risorse ad hoc, si perseveri nella linea di sottrarre fondi per la formazione. Di questo passo ci ritroveremo con i soldi del Miglioramento dell’offerta formativa praticamente quasi tutti dirottati sul canale stipendi”.

“D’altra parte – continua il sindacalista Anief-Confedir – il Governo non potrebbe fare molto diversamente, visto che il D.P.R. 122 ha prorogato il blocco degli scatti di anzianità. Servirebbe un atto legislativo che lo modificasse. Ma non è affatto facile produrlo. Soprattutto in tempi brevi. Nel frattempo si sommano le ‘voci’ stipendiali che necessitano di copertura: in particolare, gli aumenti non sarebbero sostenuti nel tempo, ma solo attraverso ‘toppe’ annuali”.

Il D.P.R. 122/2013 ha infatti disposto che dal 2011 l’aumento in busta paga non può essere ritenuto valido ai fini delle progressioni di carriera. E questo perché altererebbe l’invarianza finanziaria introdotta dallo stesso blocco contrattale. Perché servirebbero, ogni anno, nuovi soldi da stanziare nella legge di stabilità. “L’unico modo per uscire da questo momento di impasse – conclude Pacifico – sarebbe quello di approvare una deroga esplicita per la scuola, trovare risorse vere e finirla con le semplificazioni mediatiche”.

Ci sono poi da sanare altre due vicende che hanno come danneggiati sempre i lavoratori della scuola: la mancata assegnazione della seconda posizione economica del personale Ata e lo svuotamento del fondo unico nazionale dei dirigenti scolastici. Nel primo caso, riguardante il personale non docente che negli anni passati ha superato una prova pubblica, specifica per accedere agli aumenti, il Mef ha disposto il blocco delle posizioni economiche a partire dal 1° settembre scorso: in un colpo solo, per meri motivi di risparmio pubblico, vengono annullate la prima e seconda posizione economica di cui all’articolo 2, commi 2 e 3, della sequenza contrattuale 25 luglio 2008 ottenute attraverso una prova concorsuale meritocratica. Ma in questo modo si vanno a sottrarre aumenti per delle prestazioni lavorative extra svolte negli ultimi quattro mesi. Operando, inoltre, una palese discriminazione rispetto a coloro che hanno svolto le stesse mansioni aggiuntive, ma vengono pagati attraverso il cosiddetto Fis.

Decisamente negativo è anche il giudizio del sindacato sulla decisione di andare a decurtare il fondo nazionale che finanzia il livello di prestazione svolta annualmente. La necessità di fare cassa intaccando gli stipendi del personale della scuola italiana – per Eurydice i più lenti a crescere in Europa e con il potere di acquisto inalterato rispetto al 2000 - è ormai la prassi di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Per questi motivi Anief-Confedir non si fermerà alla mobilitazione del personale già annunciata dagli altri sindacati: ricorrerà alla CEDU. Rivendicando una palese violazione dei diritti dell’uomo e della contrattazione collettiva.

Per approfondimenti:

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