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Mef si prepara a cancellare la progressione di carriera relativa agli scatti pagati nel 2011

Una nota del 19 dicembre preannuncia gli interventi correttivi nei cedolini di gennaio in applicazione del D.P.R. 122/13. Prorogato di un anno il blocco contrattuale appena salvato dalla Consulta e annullati tutti gli aumenti disposti dai contratti a partire dal 2011. Non appena approvata la nuova legge di stabilità, la proroga sarà estesa al 2017 per il blocco dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale a quelli del 2009. Marcello Pacifico, presidente Anief e Segretario organizzativo Confedir, annuncia ricorsi al Tribunale del Lavoro contro la limitazione della libertà sindacale e alla CEDU per violazione dei diritti dell’uomo. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Alcune OO.SS. dopo aver contrattato la decurtazione del MOF per finanziare gli scatti di stipendio dei dipendenti che li maturavano nel 2011, ora si accorgono che il D.P.R. 122/2013 deve essere applicato come ogni altra norma dello Stato e piangono lacrime di coccodrillo sotto l’albero di Natale. Ma perché queste OO. SS., essendo rappresentative, non ricorrono in tribunale come ha fatto la FLP per rivendicare il diritto alla contrattazione? Noi lo faremo come Confedir, sindacato rappresentativo della dirigenza, mentre come Anief invitiamo tutto il personale della scuola a costituirsi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo: la recente sentenza n. 310/2013 della Corte costituzionale non può dire la parola fine allo stato di diritto, oltre a sancire una palese diversità di trattamento tra tutti i dipendenti pubblici e i magistrati o avvocati dello Stato, gli unici ad essere salvati dalla sentenza n. 223/2012.

Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, compresi i giudici: se la norma (legge 122/2010) ha un carattere tributario lo ha per tutti, magistrati e non. Se dalla norma si realizzano economie di spesa, queste non possono valere soltanto per alcuni dipendenti pubblici, essendo lo Stato lo stesso datore di lavoro, e se sono economie di spesa è evidente che viene rafforzato il carattere tributario della norma. Se tutti siamo dipendenti pubblici, giudici e non, quando annulliamo il passaggio dal regime TFS al regime TFR (sentenza n. 223/12) dobbiamo essere tutti trattati allo stesso modo, anche quando abbiamo gli stipendi bloccati (l’opposto di quanto disposto dalla sentenza n. 310/2013). Tra il diritto al lavoro con una giusta retribuzione e il pareggio di bilancio, c’è l’uomo nel mezzo e non la calcolatrice.

Tutti questi principi devono essere difesi fino in fondo dal sindacato e dai singoli lavoratori, pubblici o privati, magistrati o cittadini, perché altrimenti tanto varrebbe cancellare l’articolo 1 della nostra Costituzione.

Anief, pertanto, invita tutto il personale della scuola a ricorrere alla CEDU: se oggi non difendi il diritto alla contrattazione e all’aumento di stipendio, domani lo Stato in caso di ulteriore crisi, per le stesse ragioni, potrebbe non pagarti più lo stipendio, la pensione e abolire il servizio scolastico o sanitario sempre più ridotto in termini di plessi e personale. Scrivi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per ricevere le istruzioni operative.

 

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