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Tribunale di Palermo: sette nuove vittorie ANIEF nel contenzioso pettine e amara sconfitta di quanti ‘dimenticano’ la Costituzione

L'ANIEF vince ancora in tribunale e ottiene dal Giudice del Lavoro di Palermo sette nuove sentenze che riconoscono ai nostri iscritti il diritto all'immissione in ruolo in base al loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, che con determinazione, professionalità e passione si impegnano quotidianamente nella tutela dei nostri iscritti, ottengono piena ragione sul MIUR e su quanti avevano “dimenticato” che la libera circolazione dei lavoratori sul territorio nazionale e l'assunzione per merito nella pubblica amministrazione sono precetti garantiti dalla nostra Costituzione.

Le sentenze ottenute dai legali nazionali dell'ANIEF riportano esplicitamente, infatti, che “alla luce del diritto costituzionalmente garantito alla mobilità del personale docente della scuola e all'assunzione per merito nella pubblica amministrazione – sanciti dalla citata sentenza della Consulta n. 41 del 2011 e ribaditi dalla successiva sentenza n. 242 del 2011 – deve ritenersi sussistente il diritto della parte ricorrente ad essere inserita a pettine nelle graduatorie del biennio 2009/2011” ricordando che si tratta “di un diritto soggettivo pieno e perfetto che va necessariamente valutato in relazione al momento in cui parte ricorrente aveva diritto all'inserimento nella graduatoria” e ribadendo che necessita far “specifico riferimento a quella graduatoria così com'è stata redatta dal MIUR in quanto atto lesivo del suo diritto, senza che possa assumere alcun rilievo sulla singola posizione soggettiva l'eventuale inserimento in graduatoria di tutti gli altri docenti inseriti in coda”.

Alle solite, quanto vane, argomentazioni difensive articolate dal MIUR e da una controinteressata intervenuta in uno dei giudizi, quindi, il Giudice chiarisce, citando una delle tante sentenze favorevoli già ottenute dai legali ANIEF, che “la circostanza cui allude parte convenuta, infatti, risulta del tutto ipotetica ed eventuale e, soprattutto, non può da sola interdire – rimettendolo e condizionandolo al possibile e non attuale contegno di altri soggetti – l'esercizio di un diritto soggettivo pieno, posto altresì che (assai significativamente) non risulta affatto provato che tutti coloro che il MIUR pretenderebbe di inserire “a pettine” abbiano proposto ricorso al TAR e abbiano chiesto di essere così inseriti nella graduatoria a esaurimento”. Le sette sentenze accertano e dichiarano finalmente, e nel pieno rispetto della Costituzione, il diritto dei nostri iscritti ad essere assunti alle dipendenze del MIUR in virtù del loro corretto inserimento “a pettine” nelle graduatorie 2009/2011, condannando anche il Ministero dell'Istruzione al pagamento di un totale di 10.500 Euro di spese di lite.

L'ANIEF preferisce sempre dimostrare con i fatti di avere piena ragione e l'ha avuta, ancora una volta, non solo nei confronti del MIUR, ma anche di quei sedicenti legali “esperti in diritto scolastico” o sindacalisti “navigati” che avevano ritenuto opportuno assurgersi a difensori dei “legittimi destinatari delle immissioni in ruolo” volendo ignorare che sull'argomento si era già espresso, e per ben due volte, il Giudice delle Leggi. Le critiche mosse al nostro sindacato sono state rispedite, dunque, direttamente al mittente. L'unico consiglio a quanti - con tracotanza - avevano ritenuto opportuno far simili “proclami” dichiarando di voler difendere le immissioni in ruolo nella propria provincia dal diritto di chi, a loro detta, pretendeva “ingiustificatamente un ruolo” pur se dotato di maggior punteggio, appare quello di evitare di impegnarsi in modo così avventato a “badare al proprio orticello” e di dedicarsi ad attività più edificanti come quella, a mero titolo esemplificativo, di dare una doverosa quanto illuminante lettura a quei precetti che l'ANIEF ha sempre voluto tutelare e che sono riportati a chiare lettere nella nostra Costituzione.

 

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