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Posti accantonati: il giudice del lavoro conferma il commissariamento del Miur

Ad eccezione della Corte di Palermo, sempre molto conservativa nell’accoglimento di procedimenti d’urgenza anche in caso di licenziamento, tutte le altri Corti del lavoro hanno accolto le domande di conferma dei provvedimenti cautelari emessi dal Tar Lazio e di quelli commissariali in merito all’inserimento a pettine dei ricorrenti che hanno avuto la declinazione della giurisdizione dal giudice amministrativo, ritenendo il fumus rilevante.

Il giudice Scarzella di Milano, inoltre, già con sentenza del 13 aprile 2012 su ricorso n. 2276/2012 ha confermato, nel merito, la tesi dell’équipe di legali dell’Anief, coordinati dagli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, ordinando la retrodatazione al 1.9.2009 dell’immissione in ruolo di due ricorrenti proprio quando il Miur, incautamente, ha deciso con una nota di sbloccare l’assegnazione dei posti accantonati, non oggetto di gravame.

È facile rilevare, infatti, come in assenza di una transazione conciliativa, l’amministrazione stia continuando a operare contro una precisa sentenza della Corte costituzionale, provvedendo all’immissione in ruolo su graduatorie non pettinate, dichiarate illegittime, senza attendere neanche il termine ultimo perentorio per la riassunzione delle cause disposto dal c. 2 art. 59, L. 18 giugno 2009 n. 69.

I ricorrenti interessati che hanno ricevuto una notifica dal Miur, pertanto, devono contattare con urgenza il nostro sindacato al fine di ottenere il posto spettante di diritto. Tale ostinazione, purtroppo, graverà ancora una volta nelle tasche dei cittadini per la condanna obbligatoria alle spese in sede di definizione nel merito del contenzioso.

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