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Inaugurazione anno scolastico al Quirinale: da Napolitano parole giuste, ma bisogna ricordare anche quello che non va

Discorso di Napolitano al Quirinale, parole giuste ma occorre anche ricordare che per investimenti sulla scuola, numero di alunni che abbandonano e stipendi degli insegnanti l'Italia si colloca tra i paesi meno sviluppati.

Anief si compiace e reputa sicuramente positive le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso della cerimonia d'inizio d'anno scolastico svoltasi oggi al Quirinale. In particolare, quelle sulla volontà del Governo nel ridistribuire competenze a favore delle zone più povere di mezzi e saperi. Oltre che sull'impegno delle istituzioni a trasmettere il valore della legalità e della solidarietà. Ricordare però solo i miglioramenti dei punti conseguiti nei risultati OCSE-Pisa rispetto al 2003 e al 2006 appare riduttivo.

La scuola italiana negli ultimi anni ha investito sempre meno nell'istruzione, tanto da risultare oggi in ritardo di un punto e mezzo rispetto alla media europea. I nostri docenti sono i meno pagati in Europa, dopo quelli della Grecia. Abbiamo una dispersione scolastica ancora altissima e ben distante da quel 10 per cento che ha fissato da tempo l'Ue. Infine, gli stessi test OCSE-Pisa indicano che in altre discipline i nostri alunni sono in ritardo.

"Quanto detto dal presidente Napolitano - ha commentato Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - è senz'altro giusto. Come altrettanto giusto sarebbe stato ricordare che in Italia la dispersione scolastica è ancora davvero troppo alta; che occorrerebbe innalzare l'obbligo d'istruzione fino ai 18 anni; che per avvicinare il mondo della scuola a quello dell'istruzione servirebbe un coinvolgimento maggiore dei giovani nella catena industriale, ad iniziare da quella turistica; che, infine, è giunto il momento di incrementare di almeno un punto percentuale l'impegno dello Stato per l'istruzione pubblica rispetto al prodotto interno lordo". 

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