Anief Basilicata - La buona scuola, Anief chiede ai senatori lucani di non approvare il DDL e presenta 30 emendamenti

L'Anief Basilicata ha inviato una lettera ai senatori lucani per chiedere di non approvare il DDL "La Buona Scuola". Di seguito il testo integrale.

Gaspare L'Episcopia (Anief Basilicata): "Non è il momento di strumenalizzare la riforma per tornaconti elettorali. Ci vuole unità".

Prosegue parallela l'azione sindacale per chiederne il ritiro o perlomeno profonde modifiche al testo: domani 28/05/2015, alle ore 10.00, l'associazione sindacale Anief sarà audita in VII Commissione Senato, dove verranno presentati una serie di emendamenti a quel DDL attraverso cui il Governo ha chiesto al Parlamento di introdurre la chiamata diretta del personale, il preside-padrone, l'assunzione di una sola parte degli aventi diritto e una lunga serie di norme anticostituzionali che porteranno ad un sicuro peggioramento del sistema scolastico italiano.

A darne notizia sono i responsabili del sindacato ANIEF BASILICATA Nuccio Santochirico e Gaspare L'Episcopia che annunciano a sostegno l'invio ai senatori Lucani di una lettera aperta con un invito ad esprimere un voto contrario all'attuale testo approvato alla Camera dei Deputati del DDL 1934 c. d. "riforma buona scuola", illustrandone le perplessità ed i punti dolenti.

L'iniziativa va ad aggiungersi allo sciopero degli scrutini, alle iniziative giudiziarie annunciate e all'invito ai tutti i docenti a convocare un collegio straordinario per approvare una mozione da inviare al Miur.

Il Presidente Santochirico dichiara: "Siamo alle battute finali dell'iter parlamentare che porterà ad un sostanziale stravolgimento dell'attuale sistema scolastico italiano. Noi siamo convinti che l'ennesimo depauperamento della scuola, per i soliti motivi di bilancio, non potrà che portare il nostro paese ad una certa deriva autoritaria ed ad una "Brutta Scuola" " .

"Il piano di assunzioni è una farsa" tuona L'Episcopia responsabile del contenzioso Anief Basilicata: "difatti, fermo restando la positività delle 100mila immissioni in ruolo, si continua a non applicare la sentenza della Corte di Giustizia europea di fine novembre; se il Miur avesse realizzato il censimento chiesto dall'Anief, per avere un quadro reale sui posti vacanti e disponibili, molti dei quali oggi invece collocati come supplenza annuale al 30 giugno, avrebbe appurato che le assunzioni da attuare sono almeno il doppio di quelle autorizzate."

Infine L'Episcopia, impegnato nelle prossime elezioni Amministrative Comunali Materane, ricorda a tutti di non strumentalizzare i problemi della scuola per meri fini elettorali e che su questo argomento è necessaria unità.

"Adesso – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – ci aspettiamo che anche i sindacati maggiori decidano di seguire il nostro esempio. Solo un fronte unitario potrà costringere il Governo a tornare sui propri passi. Il DDL Scuola, infatti, dopo l'approvazione alla Camera è ora atteso dal passaggio in Senato. C'è ancora tempo, quindi, per bloccare un provvedimento che tutta la scuola italiana rifiuta, come dimostra l'adesione altissima registrata agli scioperi del 24 aprile e del 5 maggio. Renzi e Giannini credevano che bastassero le assunzioni, peraltro insufficienti, a far accettare a insegnanti, studenti e famiglie la deriva aziendalistica della scuola, trasformando il dirigente scolastico in un manager. Per non parlare dei 'regali' alle scuole private, che la nostra Costituzione esclude categoricamente".

Ma il giovane sindacato ha già chiara la propria "road map" nel caso in cui il testo dovesse diventare legge.

"Se il Governo – afferma Pacifico – dovesse decidere di andare avanti come se nulla fosse, vorrà dire che si assumerà la responsabilità di scatenare il più grande contenzioso che la scuola italiana abbia mai visto. Ci auguriamo che il premier voglia ascoltare l'altolà che arriva da chi la scuola la vive ogni giorno da professionista, da studente o da genitore. Altrimenti – conclude il presidente Anief – la parola passerà ai tribunali, che in questi anni hanno rappresentato l'ultimo baluardo nella difesa del diritto e della Costituzione".

Clicca qui per seguire il video del dibattito televisivo di Gaspare L'Episcopia a difesa degli interessi della scuola

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Clicca qui per consultare gli emendamenti dell'Anief

Di seguito il testo integrale della lettera aperta ai Senatori Lucani promossa da ANIEF Basilicata.

Matera, 27 Maggio 2015.

Illustrissimi e Stimatissimi Senatori,

Con questa lettera aperta il nostro sindacato ANIEF Basilicata, che da tempo difende i diritti dei lavoratori del mondo della scuola, vuole esprimere le numerose perplessità in relazione al DDL sulla riforma della scuola invitandoVi, per convesso, a non approvarlo.

Sono, infatti, diverse le modifiche apportate e approvate dalla Camera al disegno di legge 1934 sulla riforma, ma non bastano perché non riducono affatto gli effetti negativi che si ripercuoteranno sulla scuola.

Siamo convinti che serve un più approfondito confronto, perché non si possono ignorare mezzo milione di docenti e Ata che non condividono la riforma. E non si possono lasciare per strada decine di migliaia di abilitati, con le immissioni in ruolo già autorizzate.

I nodi da sciogliere sono rappresentati dalla chiamata diretta dei docenti, già in passato reputata incostituzionale; dalla figura dispotica del Preside che assomiglia sempre più al dirigente di una azienda privata; dalla rivalutazione degli stipendi, che la riforma nemmeno sfiora; dal precariato, che non sarà risolto malgrado il piano straordinario di immissioni in ruolo; dai trasferimenti del personale, che continueranno a penalizzare i neo-assunti, costretti a rimanere lontano da casa per almeno tre anni anche in presenza di posti vacanti e disponibili.

Le problematiche permangono nonostante siano stati accolti, durante il dibattito in VII Commissione e nell'Aula della Camera dei Deputati, diversi emendamenti presentati lo scorso 7 aprile dalla nostra associazione professionale e sindacale "Anief" nel corso di un'audizione: pertanto, il nostro giovane sindacato, dopo aver proclamato addirittura quattro scioperi nelle ultime settimane continua a chiedere il ritiro del testo del DDL, fatte salve le assunzioni su tutti i posti realmente vacanti.

Entrando nel dettaglio, sull'organico funzionale non basta che siano il Collegio e il Consiglio di Istituto a decidere il bisogno dell'offerta formativa di ogni scuola e quindi a individuare gli organici: perché rimarrà sempre il Dirigente Scolastico a scegliere chi assumere dall'albo territoriale. Questi albi, tra l'altro, se proprio dovranno essere mantenuti, dovrebbero perlomeno essere graduati, con i candidati collocati sulla base dei titoli acquisiti e dei servizi già svolti.

Sulle assunzioni, se è stato eliminato l'obbligo di preferenza sui posti di sostegno, come richiesto dai sindacati, continua a permanere la "sponda" per sanitarizzare il ruolo del docente specializzato e per portare la permanenza minima da 5 a 10 anni: sono regole, infatti, che non produrrebbero miglioramenti nel supporto agli alunni disabili o con problemi certificati di apprendimento.
Fermo restando la positività delle 100mila immissioni in ruolo, si continua a non applicare la sentenza della Corte di Giustizia europea di fine novembre: se il Miur avesse realizzato il censimento chiesto dall'Anief, per avere un quadro reale sui posti vacanti e disponibili, molti dei quali oggi invece collocati come supplenza annuale al 30 giugno, avrebbe appurato che le assunzioni da attuare sono almeno il doppio di quelle autorizzate.
Inoltre, l'Anief chiede di assumere anche dalle graduatorie d'Istituto e di far assorbire queste liste nelle GaE. Resta anche da interpretare perché sui docenti idonei nei concorsi, i nostri governanti e deputati continuino ad avere un atteggiamento schizofrenico: l'assunzione immediata degli idonei al concorso del 2012 è infatti una vittoria dell'Anief, ma ci chiediamo per quale motivo siano stati esclusi coloro che hanno superato i precedenti concorsi, non ancora immessi in ruolo.
Non è possibile che si proceda con questo andare: un anno si dà il via libera agli idonei, l'anno dopo si dice no, poi si apre solo ad una parte e così via. Siamo ormai al limite della 'presa in giro': la stessa che si sta perpetrando nei confronti di migliaia di 'Quota 96', rimasti bloccati per un errore della riforma Fornero e che dovevano essere collocati in pensione dal 1° settembre 2012.

Tra i punti contestati dal nostro sindacato, emerge anche la novità illegittima, sui contratti dei docenti e del personale Ata per la copertura dei posti vacanti e disponibili, i quali "non potranno superare i 36 mesi": si tratta di una norma sul precariato illegittima e in palese discordanza rispetto al parere della Curia europea del 26 novembre scorso, secondo cui i precari non vanno respinti ma immediatamente assunti una volta raggiunto il tetto dei tre anni, anche non continuativi, di supplenze su posto vacante.

Allo stesso tempo, non può essere accettata l'approvazione dell'articolo 13 della riforma, che introduce dal 2016 un bonus di 200 milioni di euro complessivi (poco più di 20mila euro in media a scuola) per la valutazione del merito dei docenti, la cui assegnazione verrà stabilita direttamente dal dirigente scolastico, sulla base dei criteri indicati dal Comitato per la valutazione: è una scelta sbagliata, perché incentiva solo una parte del personale, mentre l'altra, la stragrande maggioranza, continua a percepire buste paga ferme al 2009 e ormai sotto il costo della vita di almeno 4 punti percentuali.

Alla Camera sono stati approvati troppi passaggi normativi che in definitiva non porteranno ad alcuna 'Buona Scuola'.
Inoltre, escludere dal piano di immissioni in ruolo decine di migliaia di docenti precari abilitati e almeno 10mila Ata, rappresenterebbe un'operazione iniqua, di cui il Governo e il Miur saranno sicuramente chiamati a rispondere in tribunale e davanti all'opinione pubblica per una evidente responsabilità politica. Certamente, la mobilitazione del personale è destinata a continuare. Anzi, a diventare sempre più forte, con ulteriori manifestazioni di protesta compreso il blocco degli esami e degli scrutini.

A questo proposito attraverso più di 30 gli emendamenti, Anief chiede, tra i tanti temi da modificare o aggiungere al ddl 1934, l'inserimento di tutti gli abilitati nella fascia aggiuntiva delle Gae, le assegnazioni provvisorie da attuare dopo un anno e non dopo tre, di cancellare i vincolo sul sostegno, di procedere alle assunzioni di tutti gli idonei ai concorsi pubblici – vecchi e nuovi – già nel 2015, di attuare la salvaguardia dei coordinatori di Educazione Fisica, di garantire la riserva ai corsi di formazione anche ai ricorrenti del concorso per dirigenti scolastici del 2011, di procedere al pensionamento dei 'Quota 96', di attuare la stabilizzazione dopo 36 mesi di servizio.

Per concludere, in questo ulteriore e delicato passaggio al Senato, il nostro sindacato Anief, coadiuvato dalla nostra rete territoriale lucana, presenterà formalmente le richieste per apportare profonde modifiche al provvedimento, e chiede a Voi rappresentanti della nostra regione, senza distinzione politica alcuna, un sostanziale apporto nel sostenere le modifiche da noi postulate ovvero non approvare il provvedimento che così formulato danneggerebbe irrimediabilmente la Scuola Pubblica Italiana.

In allegato il testo degli emendamenti proposti dal sindacato ANIEF.

Distinti saluti.
dott. Gaspare L'Episcopia
(Responsabile contenzioso ANIEF Basilicata)

prof. Eustachio Santochirico
(Presidente Regionale ANIEF Basilicata)

 

Fonte: Sassilive.it

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